Da fernet a vino, la mafia si evoca nel bicchiere

6 aprile 2014

Un “Fernet Mafiosi”, con tanto di gangster e pistola disegnati, che viene venduto in uno degli Stati europei dove la presenza degli italiani e’ maggiore, la Germania. Il nuovo esempio di ‘Italian Sounding’, che minaccia l’immagine del vero Made in Italy nel mondo, e’ stato presentato da Coldiretti in apertura del Vinitaly, nell’incontro “Alla ricerca della legalita’ perduta”, organizzato dal Ministero delle politiche agricole, dalla Coldiretti e dall’Osservatorio sulla criminalita’ nell’agricoltura e sul sistema agroalimentare promosso dalla stessa organizzazione agricola. Il fernet e’ prodotto dalle Distillerie Altenburger, ditta tedesca che si trova nella cittadina di Alterburg, in Turingia ed e’ in vendita in tutto il mondo, compresi gli scaffali della catena supermercati “Hetzi Hinam” di Tel Aviv.

“Un vero e proprio schiaffo all’immagine del nostro Paese, ma anche a tutti quegli italiani che tanti anni fa emigrarono in Germania, dando un contributo sicuramente non secondario alla crescita di quella che e’ oggi la principale potenza economica europea – ha sottolineato il presidente della Coldiretti, Roberto Moncalvo – Occorre dunque un intervento delle istituzioni nazionali e comunitarie per fermare comportamenti commerciali inaccettabili. Soprattutto colpiscono profondamente i tanti italiani che sono stati o sono purtroppo vittima della criminalita’ organizzata”. Ma il “Fernet Mafiosi” non e’ l’unico esempio di prodotto alcolico che associa all’estero l’Italia alla mafia: c’e’, per esempio, sottolinea Coldiretti, anche il vino Syrah “Il Padrino” prodotto nella Santa Maria Valley California. Un business che coinvolge anche l’Italia dove a Corleone, in Sicilia, si imbottiglia il vino “Il Padrino – Vito Corleone”, ma anche il liquore d’erbe e il limoncello “Don Corleone”.

Leggi anche:
Il Superbonus è costato 170 miliardi. Upb: pesante eredità su futuro
Segui ilfogliettone.it su facebook
© RIPRODUZIONE RISERVATA
Se avete correzioni, suggerimenti o commenti scrivete a redazione@ilfogliettone.it


Commenti