Dall’Ecofin un Piano d’azione sulle sofferenze bancarie

Dall’Ecofin un Piano d’azione sulle sofferenze bancarie
12 luglio 2017

Il Consiglio Ecofin svoltosi oggi a Bruxelles ha approvato il varo di un “Piano d’azione” per affrontare il problema delle sofferenze o crediti deteriorati (“Non Performing Loans” – Npl) iscritti nei bilanci delle banche, con l’obiettivo di ridurne gli stock ancora molto elevati nel settore in Europa (anche se in calo, in particolare in Italia, Irlanda e Spagna), a prevenire il rischio che tornino ad accumularsi, e a liberare risorse da impiegare a sostegno dell’economia reale. Il Piano d’azione riguarderà quattro aree d’intervento: il rafforzamento della sorveglianza bancaria; una riforma dei sistemi giuridici nazionali riguardanti il diritto fallimentare e il recupero dei crediti; lo sviluppo di un mercato secondario per gli Npl; nuove misure nel campo delle ristrutturazioni bancarie. In questo quadro, “la Commissione europea si prepara a svolgere un ruolo attivo, spingendo per l’armonizzazione dei regimi fallimentari nazionali e lavorando, insieme alla Bce e all’Eba (l’Autorità bancaria europea) a un modello (“blueprint”, ndr) per le società di gestione degli asset bancari”, ha spiegato il vicepresidente dell’Esecutivo comunitario responsabile per l’Euro e la Stabilità finanziaria, Valdis Dombrovskis.

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Le società di gestione degli asset liberano i bilanci della banche dalle sofferenze, acquistando gli Npl a prezzo molto inferiore al loro valore nominale, e cercano poi di recuperare quanto è recuperabile dalle aziende debitrici, con maggiori probabilità di successo se c’è più tempo a disposizione e se la ripresa permette di far ripartire le imprese incagliate nella crisi. Il “blueprint” della Commissione, ha precisato Dombrovskis, permetterà di avere “un approccio più sistematico” e di “fornire delle linee guida agli Stati membri, aiutandoci a far fronte al lascito (“legacy”, ndr) della crisi, e a impedire che tornino ad accumularsi degli Npl in futuro”. I ministri delle finanze dell’Ue, in sostanza, stanno cambiando rotta rispetto a quando, pochi mesi fa, avevano bocciato la proposta del presidente dell’Eba Andrea Enria di creare una “Bad Bank” europea per smaltire i crediti deteriorati, e avevano perorato invece una gestione puramente nazionale del problema degli Npl. Oggi i ministri ammettono che sarebbe utile avere quantomeno un approccio comune a tutti i paesi membri per quanto riguarda il “modus operandi” delle società di gestione degli asset. E parlano chiaramente di “armonizzare” i diversi regimi fallimentari nazionali, che possono facilitare o ostacolare la liquidazione dei beni forniti a garanzia dei prestiti in sofferenza.

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