Il recente decreto flussi-paesi sicuri, approvato dalla Camera dei Deputati con 180 voti favorevoli, introduce importanti novità nella gestione dell’immigrazione in Italia. Tra i principali cambiamenti figurano nuove norme per l’ingresso e il soggiorno dei lavoratori stranieri, un elenco di Paesi di origine definiti sicuri, modifiche alle competenze giuridiche e misure più stringenti sui ricongiungimenti familiari. L’approvazione definitiva è attesa al Senato entro il 10 dicembre, data entro la quale il provvedimento dovrà essere convertito in legge.
Le novità principali
1. Paesi di origine sicuri
Il decreto stabilisce un elenco di 19 Paesi considerati sicuri, riducendo la discrezionalità delle valutazioni precedenti. Tra i Paesi inclusi figurano Albania, Algeria, Bangladesh, Egitto, Senegal e Tunisia. L’elenco, aggiornato rispetto al precedente decreto ministeriale, esclude Camerun, Colombia e Nigeria, ritenuti non sicuri su tutto il territorio. Questa decisione ha l’obiettivo di semplificare le procedure per il respingimento di richieste di protezione internazionale da parte di cittadini di Paesi considerati sicuri. Il Governo si impegna a fornire una relazione annuale al Parlamento per aggiornare l’elenco e monitorare l’efficacia delle misure.
2. Trasferimento delle competenze giuridiche
Un’importante novità riguarda il trasferimento delle competenze in materia di ricorsi sui trattenimenti dei migranti: queste passano dalle sezioni specializzate dei Tribunali alle Corti d’Appello in composizione monocratica. Questa modifica, definita “emendamento Musk” dall’opposizione, è pensata per snellire il carico di lavoro dei Tribunali. Le nuove regole entreranno in vigore 30 giorni dopo l’approvazione del decreto, consentendo alle Corti d’Appello di adeguarsi, anche dal punto di vista tecnologico.
3. Procedure accelerate per il ricongiungimento familiare
Per ottenere il ricongiungimento familiare, sarà necessario dimostrare due anni di soggiorno legale in Italia. Sono inoltre richiesti standard più stringenti per l’idoneità degli alloggi, valutati in base alla superficie e ai requisiti igienico-sanitari.
4. Misure per l’ingresso dei lavoratori stranieri
Il decreto prevede un aumento significativo delle quote di ingresso per lavoratori stagionali, con 110.000 posti disponibili per i settori agricolo e turistico-alberghiero nel 2025. Parallelamente, saranno concessi 10.000 nulla osta per colf e badanti, fuori dalle quote annuali. Dal 2025, tutte le procedure per il rilascio del permesso di soggiorno saranno digitalizzate, migliorando efficienza e trasparenza. Inoltre, è introdotto un permesso temporaneo di 60 giorni per i lavoratori stagionali che cercano un nuovo impiego al termine del contratto.
5. Misure per contrastare l’immigrazione irregolare
Il decreto introduce controlli più stringenti per accertare l’identità dei migranti, compreso l’accesso ai dispositivi elettronici in loro possesso. Inoltre, la revoca della protezione speciale sarà affidata alla Commissione nazionale per il diritto di asilo nei casi in cui il migrante sia considerato una minaccia per la sicurezza dello Stato.
6. Riduzione dei tempi di impugnazione
In diverse procedure, i termini per impugnare decisioni relative alla protezione internazionale sono stati ridotti della metà. Per quanto riguarda le ONG, il termine per contestare il fermo amministrativo delle navi è stato ridotto da 60 a 10 giorni.
Digitalizzazione e innovazioni tecnologiche
Un’importante svolta è rappresentata dalla completa digitalizzazione delle procedure per i nulla osta e i permessi di soggiorno, che saranno gestiti tramite un sistema di “click day”. Questo approccio mira a ridurre i tempi e a distribuire meglio la pressione sui sistemi informatici durante la presentazione delle richieste.
Settori critici: lavoro e sanità
Il decreto prevede sanzioni più severe contro il caporalato, con multe che arrivano fino a 60.000 euro. In ambito sanitario, fino al 2027 gli stranieri potranno continuare a esercitare temporaneamente le professioni mediche senza il riconoscimento dei titoli conseguiti all’estero, per far fronte alla carenza di personale.
Critiche e controversie
Le misure hanno suscitato critiche da parte delle opposizioni e delle organizzazioni umanitarie. Emergency, ad esempio, ha espresso preoccupazione per la secretazione degli appalti relativi al controllo delle frontiere, che limita la trasparenza sull’uso dei fondi pubblici, in particolare per i mezzi forniti a Paesi terzi come Libia e Tunisia. Anche la riduzione dei tempi per i ricorsi e le nuove norme sui trattenimenti hanno sollevato polemiche, con accuse di voler limitare le garanzie legali dei migranti.
Il decreto flussi-paesi sicuri, in ogni caso, rappresenta un passaggio cruciale nella politica migratoria italiana, con l’obiettivo dichiarato di gestire i flussi in modo più efficiente e sicuro. Tuttavia, le polemiche sollevano interrogativi su possibili rischi per i diritti umani e la trasparenza. La partita si gioca ora al Senato, dove il provvedimento potrebbe essere ulteriormente modificato.