Draghi: Italia senza figli è un’Italia che non ha posto per il futuro

14 maggio 2021

Crolla il tasso di natalità in Italia. Nel 2020 secondo l’Istat sono nati solo 404.000 bambini, quasi il 30% in meno rispetto a dieci anni fa. Caltagirone, in Sicilia è una delle città italiane con il più basso tasso di natalità degli ultimi 20 anni. Qui le iscrizioni alle scuole materne ed elementari sono calate di un terzo. Luca Giarmanà, 27 anni: “Io ho difficoltà nel trovare lavoro e una posizione stabile che sono i presupposti per mettere su una famiglia quindi o si decide di non farlo o si decide di andare altrove a fare dei figli”. Alessia Caruso, 23 anni studentessa universitaria: “Se ci saranno le condizioni economiche sociali e psicologiche per avere un figlio allora penserò di farlo o di adottarlo ma non penso che avrò un figlio nei prossimi dieci anni”.

Il premier Mario Draghi agli Stati Generali della Natalità a Roma ha assicurato l’impegno del governo per aiutare i giovani e le famiglie. “Un’Italia senza figli è un’Italia che non ha posto per il futuro, è un’Italia che lentamente finisce di esistere – ha scandito il premier -. Questo per il governo è un impegno prioritario”. Per Draghi, “già prima della crisi sanitaria, l’Italia soffriva di un preoccupante e perdurante declino di natalità. Nell’anno della pandemia questo si è ulteriormente accentuato. Nel 2020 sono nati solo 404.000 bambini. È il numero più basso dall’Unità d’Italia e quasi il 30% in meno rispetto a dieci anni fa. Sempre nel 2020, la differenza tra nascite e morti ha toccato un record negativo: 340.000 persone in meno. Oggi – ha concluso il premier – metà degli italiani ha almeno 47 anni – l’età mediana più alta d’Europa”.

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Incertezza economica, precarietà, mancanza di politiche sociali adeguate e la pandemia che ha aggravato le condizioni di tante famiglie e sopratutto delle donne. Draghi ha parlato dell’assegno unico universale come di una riforma epocale che resterà. Entrerà in vigore a luglio per autonomi e disoccupati, e dal 2022 per tutti i lavoratori che nell’immediato vedranno un aumento degli assegni esistenti. Sono stati stanziati 21 miliardi di euro. Fra i temi non citati, però, ci sono i congedi di paternità, oggi di soli 10 giorni, che si sono dimostrati uno strumento essenziale in altri paesi europei per tutelare l’occupazione femminile.

“Penso, con tristezza, alle donne che sul lavoro vengono scoraggiate ad avere figli o devono nascondere la pancia – ha detto Papa Francesco nel suo intervento -. Com’è possibile che una donna debba provare vergogna per il dono più bello che la vita può offrire? Non la donna, ma la società deve vergognarsi, perché una società che non accoglie la vita smette di vivere. I figli sono la speranza che fa rinascere un popolo”. “Perché il futuro sia buono occorre dunque prendersi cura delle famiglie – ha aggiunto il Papa -, in particolare di quelle giovani, assalite da preoccupazioni che rischiano di paralizzarne i progetti di vita. Penso allo smarrimento per l’incertezza del lavoro, penso ai timori dati dai costi sempre meno sostenibili per la crescita dei figli: sono paure che possono inghiottire il futuro, sono sabbie mobili che possono far sprofondare una società”.

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