Ecco come sarà il nuovo Senato

11 luglio 2014

I senatori verranno eletti dai Consigli regionali con sistema proporzionale. La riforma prevede 95 rappresentanti delle istituzioni territoriali più 5 che potranno essere nominati dal Presidente della Repubblica. Lunedì il Ddl approda in Aula. Renzi: “Momento importante”

“Sono molto soddisfatta. Abbiamo rispettato l’impegno ad approvare il testo in commissione oggi. Quello che esce dalla commissione è sicuramente un buon testo, ringrazio per il lavoro fatto”. Parla Maria Elena Boschi. Finalmente si raggiunge un accordo. Appuntamento in Aula. La commissione Affari costituzionali del Senato ha licenziato il ddl sulle riforme terminando l’esame degli emendamenti e degli articoli. Il mandato ai relatori è arrivato a larga maggioranza. Il ddl approderà in aula lunedì alle 11. Hanno votato a favore Pd, Ncd, Pi, scelta civica, Lega e Forza Italia (tranne Augusto Minzolini che non era presente all’ultimo voto). Hanno votato contro Sel, M5S ed ex M5S. Nel pomeriggio la maggioranza ha trovato un compromesso con Forza Italia sulla riformulazione dell’emendamento Finocchiaro sul meccanismo di elezione indiretta del Senato. Secondo quanto viene riferito la nuova versione va incontro alle obiezioni formulate da Lega e Ncd in mattinata, secondo le quali il testo danneggiava i partiti piccoli a vantaggio dei grandi.

Elezione “indiretta” dei senatori da parte dei Consigli regionali. Il testo stabilisce che i senatori vengano eletti nei Consigli regionali con sistema proporzionale. Viene invece omessa la frase “tenuto conto” della consistenza dei gruppi parlamentari. Questa clausola avrebbe infatti escluso in partenza la possibilità di eleggere come senatore gli esponenti dei partiti più piccoli (anche quelli che ottenessero il voto dei consiglieri dei gruppi più grandi). Il Senato previsto dalla riforma approvata dalla commissione Affari costituzionali di Palazzo Madama, e che andrà in aula lunedì, è composto da 95 senatori che rappresentano “le istituzioni territoriali più cinque che possono essere nominati dal Presidente della Repubblica”. È quanto stabilisce l’emendamento Finocchiaro al testo del governo che riscrive l’art. 57 della Carta. Sono i Consigli regionali ad eleggere con metodo proporzionale i senatori fra i propri componenti e fra i sindaci (uno soltanto) dei comuni dei rispettivi territori. I seggi fra le regioni vengono suddivisi in proporzione alla rispettiva popolazione e la durata del mandato dei senatori non va oltre la durata dei singoli Consigli. Sarà una legge di Camera e Senato a regolare come attribuire i seggi e come eleggere i senatori tra i consiglieri e i sindaci, nonché come sostituirli, in casso di cessazione della carica regionale o locale. In ogni caso, “i seggi sono attribuiti in ragione dei voti espressi e della composizione di ciascun consiglio”. In sede di prima applicazione, tuttavia, si prevede che “ogni consigliere può votare per una sola lista di candidati, formata da consiglieri e da sindaci dei rispettivi territori”.

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Secondo il capogruppo di Fi in Senato, Paolo Romani, è stata “trovata la quadra”. “I criteri chiesti e ottenuti con l’accordo raggiunto prevedono che l’assegnazione dei seggi sarà rigidamente proporzionale, in ragione dei voti espressi e della composizione di ciascun consiglio regionale”, ha spiegato Romani citando la riformulazione dell’emendamento Finocchiaro. Per Calderoli il nuovo testo costituisce “un passo in avanti. Non solo rispetto all’estetica del testo stesso, ma è tornato ad essere democratico”. A chi gli chiede se la Lega voterà questo testo, l’esponente del Carroccio risponde: “La parte a regime sì. Non sono d’accordo sulle norme transitorie”, aggiunge in riferimento alla seconda parte dell’emendamento sulla composizione del Senato che riguarda, in sede di prima applicazione e fino alla data di entrata in vigore della legge ordinaria, le modalità di conteggio dei voti per l’assegnazione dei seggi.
Ostruzionismo a oltranza. E’ stata convocata una riunione straordinaria dei senatori del M5S per decidere che strategia adottare in Aula in merito al testo di riforma costituzionale. I parlamentari pentastellati, secondo quanto si apprende, stanno valutando quale atteggiamento avere in merito al testo della commissione. Tra le ipotesi anche quella dell’ostruzionismo ad oltranza

 

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