Ecco ove si sono contagiate le persone durante lockdown

24 aprile 2020

Dove sono avvenute le migliaia di contagi durante il lockdown, con le città deserte e la gente per la maggior parte in casa? Alla domanda ha dato definitivamente una risposta il presidente dell’Istituto superiore di Sanità Silvio Brusaferro nel resoconto settimanale sull’andamento dell’epidemia. “La gran parte delle infezioni ancora oggi si verifica fondamentalmente nelle strutture in cui si concentrano le persone anziane o disabili, la seconda quota è familiare, la terza in strutture sanitarie, una parte inferiore nelle strutture lavorative”. Per la precisione il 44% di nuovi contagi è avvenuto nelle Rsa, il 24,7% in famiglia, il 10,8 in ospedale o ambulatorio e il 4,2% sul luogo di lavoro (i dati si riferiscono ad un campione di 4.500 casi). Ma l’epidemia, che in Lombardia sarebbe partita addirittura a gennaio se non prima, come si sta evolvendo?

“Anche nelle zone a bassa circolazione ci sono comunque dei focolai, ma globalmente il tipo di intensità si è molto ridotto, rimane comunque una circolazione e questo è un tema molto importante ed è un motivo per cui quando parliamo di aprire nuove misure si esprime cautela e necessità di muoversi passo dopo passo, perché la situazione epidemiologica è nettamente migliorata ma comunque ha una circolazione che non possiamo ignorare”. In Italia ci sono ancora 106 comuni in 9 regioni considerati focolai ma l’indice di trasmissibilità del virus è sotto l’1, fra 0,2 e 0,7. Come gestire dunque la fase 2 ed evitare che risalga? Il dottor Giovanni Rezza (Iss) ha spiegato che il mantra sarà “il distanziamento sociale”, accompagnato da una organizzazione del sistema sanitario ferrea.

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“Dobbiamo sapere che ci sia qualcuno che immediatamente è in grado di identificare qualsiasi focolaio sul nascere, questo vuol dire diagnosi precoce dei casi, tamponi mirati, anche ai contatti che vanno rintracciati immediatamente, isolamento e quarantena, questo è importantissimo; se ci sarà anche app a sostenere le risorse umane sul territorio ancora meglio”.

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