Berlusconi farà campagna elettorale

16 aprile 2014

Silvio Berlusconi potrà fare la campagna elettorale. I giudici del Tribunale di Sorveglianza di Milano hanno infatti accolto la richiesta del leader di FI di scontare la pena residua per la condanna nel processo sui diritti tv Mediaset ai servizi sociali, concedendogli e garantendogli così quell’«agibilità politica” che Berlusconi chiedeva per poter affrontare la protagonista – pur non potendo essere candidato – le elezioni europee del 25 maggio. Il Cav potrà trascorrere due giorni alla settimana, da martedì a giovedì, a Roma – come lui stesso aveva chiesto – ma dovrà fare ritorno ad Arcore giovedì sera entro le 23. L’ex premier dovrà comunque essere a casa, ad Arcore o a Palazzo Grazioli, tutte le notti tra le 23 e le 6. Quando sarà a Roma, tra il martedì e il giovedì, potrà muoversi liberamente durante la giornata e partecipare a riunioni e incontri politici, con l’unico obbligo di fare ritorno nella sua residenza romana entro gi orari stabiliti dal Tribunale. Berlusconi potrà anche partecipare liberamente a incontri politici in Lombardia, ma per recarsi in altre regioni dovrà chiedere il permesso ai giudici.

L’ex premier potrà fare comizi telefonici e collegarsi con incontri di sostenitori in altre parti del Paese. Il Tribunale di Sorveglianza ha stabilito che il Cav sia impegnato una volta alla settimana a prestare almeno 4 ore di servizio presso la Fondazione della Sacra Famiglia che ha la sede principale a Cesano Maderno (Milano), struttura indicata dall’Ufficio esecuzione penale esterna, per almeno quattro ore alla settimana. Entro 10 giorni il leader di FI dovrà firmare il verbale che conterrà la decisione del Tribunale di Sorveglianza e le relative prescrizioni presso l’Uepe, dopodiché inizierà a prestare servizi socialmente utili. Tra le altre prescrizioni che sono state disposte per Berlusconi, anche l’obbligo di non frequentare pregiudicati e tossicodipendenti.

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A chiedere l’affidamento ai servizi sociali era stato lo stesso Berlusconi per mezzo dei propri legali dopo la condanna definitiva. La pena residua è di un anno, ma si ridurrà a dieci mesi e mezzo dato che dopo i primi 6 mesi Berlusconi potrebbe ottenere la riduzione prevista per legge di 45 giorni, svolgendo lavori socialmente utili. Giovedì scorso si è tenuta l’udienza davanti al Tribunale di Sorveglianza e il pg Antonio Lamanna aveva dato parere favorevole affinché l’ex premier svolgesse attività di volontariato presso una struttura per anziani, come indicato dall’Uepe. Il pg aveva invece respinto la richiesta avanzata dai difensori di Berlusconi, Franco Coppi e Niccolò Ghedini, che avevano proposto che Berlusconi prestasse servizio in un centro per disabili vicino ad Arcore. ”La decisione del Tribunale appare equilibrata e soddisfacente anche in relazione alle esigenze dell’attività politica del Presidente Berlusconi”, è il commento di Coppi e Ghedini.

Per i giudici dopo la condanna definitiva è ”scemata la pericolosità sociale” del Cav che per il Tribunale dopo la condanna sta cambiando, a partire dal fatto che abbia pagato le spese processuali e il risarcimento danni all’Erario e che si sia messo a disposizione dell’Uepe per farsi assegnare un’attività socialmente utile. Tutti “indici del recupero dei valori morali perseguiti dall’ordinamento”. Per i giudici però ”le recenti esternazioni politiche” di Berlusconi contro la magistratura -”che manifestano spregio dell’ordine giudiziario” – ”potrebbero inficiare questi indici” di ravvedimento ”se reiterati in epoche successive a questo provvedimento”. Per il Tribunale”bisogna tenere conto dei comportamenti nell’esecuzione della pena che dovranno mantenersi nelle regole della civile convivenza, del decoro e del rispetto delle istituzioni”, regole che dovranno essere ripettate ”tenendo conto della condizione sociale, economica e culturalmente privilegata a cui il condannato appartiene”. Quindi basta attacchi alla magistratura, ance perché i giudici rilevano che le ”condotte di reato reiterate nel tempo dimostrano la insofferenza del colpevole alle regole dello Stato poste a tutela della ordinata e civile convivenza”. (Il Tempo)

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