Rovira e Arrimadas, le presidentesse in pectore. Puigdemont e Junqueras, i grandi “assenti”

Rovira e Arrimadas, le presidentesse in pectore. Puigdemont e Junqueras, i grandi “assenti”
19 dicembre 2017

A due giorni dal voto, le elezioni regionali catalane hanno visto chiudersi la campagna elettorale con l’apparentemente usuale dibattito televisivo fra i vari candidati: normalità solo apparente perché i due principali rappresentanti del fronte indipendentista, l’ex presidente della Generalitat Carles Puigdemont e il suo vice e leader di Erc Oriol Junqueras, vi hanno partecipato solo per interposta persona. Puigdemont infatti, ancora in Belgio, ha visto alleggerita la sua posizione giuridica con la revoca del mandato di arresto europeo e quindi l’archiviazione dell’iter di estradizione, ma ha escluso qualsiasi ipotesi di un ritorno in patria dal momento che la richiesta di detenzione emessa dalla magistratura spagnola sul suo territorio rimane valida: di fatto, se provasse a votare presso gli uffici del consolato, verrebbe arrestato. Dietro la scelta di scartare un possibile coup de theatre elettorale – di cui in un primo momento si era anche parlato e che in termini di voti avrebbe potuto essere pagante – vi è anche un fatto simbolico di tradizione, la stessa che aveva in parte motivato la fuga stessa all’estero: dalla fine della Guerra Civile e durante tutta la dittatura franchista la Generalitat non ha mai cessato di avere un presidente, sia pure in esilio e senza un governo – un parallelismo storico che dal punto di vista degli indipendentisti è ovviamente del tutto intenzionale.

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In questo senso, Puigdemont non ha fatto che riproporre l’esempio del primo presidente della Catalogna democratica, Josep Tarradellas, il cui ritorno dall’esilio fui uno dei simboli della Transicion; che possa aspettarsi un analogo lieto fine politico è tuttavia assai più discutibile, anche perché la sua lista Junts per Catalunya stando ai sondaggi è dietro ai rivali di Erc e in caso di vittoria lo scettro passerebbe al partito del secondo “grande assente”, il suo ex vice Junqueras. Junqueras non ha beneficiato della “linea morbida” decisa dalla Corte Suprema nei confronti della maggior parte degli altri ex Ministri regionali e membri della presidenza parlamentare: non solo è rimasto in carcere, ma rischia ulteriori sanzioni per aver concesso interviste e mandato messaggi di natura politica ed elettorale. Per lui il magistrato aveva insistito sul fatto che la sua accettazione dell’articolo 155 – condizione necessaria per il rilascio – doveva essere “sincera”, cioè in altri termini avrebbe dovuto rinunciare a svolgere attività politiche – quanto meno di stampo indipendentista. Di qui che la scelta come capolista e candidata a presidente sia caduta sull’attuale Segretario generale del partito, Marta Rovira: ma in caso di vittoria elettorale, questa potrebbe farsi da parte proprio a favore di Junqueras, aprendo la strada a una querelle giuridica e legale con Madrid di non poco conto, ma di sicura risonanza internazionale. L’altra candidata è Ines Arrimadas del partito Ciudadanos. In pratica, gli indipendentisti catalani di Erc e gli unionisti di Ciudadanos, due formazioni agli antipodi da tutti punti di vista, si contendono – stando ai sondaggi – la palma di partito più votato nell’elezioni regionali catalane di giovedì. L’unico fattore ad accomunarle è l’aver presentato due donne come candidate alla carica di presidente della Generalitat: Marta Rovira e Ines Arrimadas. Ecco chi sono.

MARTA ROVIRA Rovira, quarantenne avvocato, ricopre la carica di Segretario generale di Erc, ma la sua presenza alla guida del partito è dovuta al fatto che il leader effettivo, l’ex vicepresidente regionale Oriol Junqueras, è attualmente in carcere con l’accusa di ribellione e sedizione. La minaccia di un’incriminazione di fatto pende anche sulla stessa Rovira, dal momento che la magistratura avrebbe intenzione di allargare le indagini sull’organizzazione del referendum del primo ottobre anche ai dirigenti dei partiti indipendentisti, e non più solo agli ex membri del governo regionale. In caso di vittoria elettorale non è peraltro detto che Rovira non scelga di farsi da parte a favore dello stesso Junqueras – che rimane il capolista – decisione che scatenerebbe una querelle legale e politica di non poco conto, dal momento che – prevedibilmente – Madrid non autorizzerebbe la scarcerazione.

INES ARRIMADAS La 36enne Arrimadas – nata in Andalusia e sposta ad un ex politico catalano – è invece una nuova arrivata nel panorama politico regionale ma dopo il suo ingresso nelle file di C’s, nel 2011, ha scalato i vertici del partito di cui è ormai l’effettivo numero due dopo il fondatore Albert Rivera. Le sue origini andaluse le hanno permesso di presentarsi come rappresentante di “tutti” i catalani, compresa quella parte della popolazione emigrata nella regione per motivi economici e che in maggioranza non simpatizza epr l’indipendentismo – sebbene una non piccola parte dell’èlettorato di Erc sia formato da figli e nipoti di ondate di immigrazione precedenti. Le sue speranze di approdare alla guida della Generalitat sono tuttavia minime: difficilmente la sinistra anche unionista accetterebbe di approvarne l’investitura, ed un eventuale governo di minoranza finirebbe piuttosto nelle mani del socialista Miquel Iceta; non a caso Arrimadas ha lanciato i suoi ultimi appelli elettorali ad un “voto utile” proprio a danno del Psc.

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