Elezioni comunali, torna il bipolarismo centrodestra-centrosinistra

Elezioni comunali, torna il bipolarismo centrodestra-centrosinistra
13 giugno 2018

Allargamento dei consensi a favore del centrodestra, in particolare della Lega, segni di “tenuta” del Partito democratico, grazie al radicamento sul territorio, e infine un indebolimento del Movimento 5 stelle rispetto ai risultati estremamente positivi osservati nelle politiche del 4 marzo, specialmente nelle regioni del Sud. Questa l’analisi del voto alle amministrative del 10 giugno elaborata dall’Istituto Cattaneo, che ha confrontato i risultati elettorali delle principali forze politiche con quelli della precedente tornata di elezioni amministrative (la maggior parte si e’ tenuta nel 2013) e quelli, piu’ recenti, del 4 marzo. Complessivamente, queste ultime elezioni ci consegnano una situazione elettorale meno tripolare, nella distribuzione dei voti.

“L’intermittente restringimento del consenso per i Cinque stelle, combinato con il perdurante radicamento organizzativo del Partito democratico, hanno prodotto in molto contesti locali un revival del bipolarismo tradizionale tra il centrosinistra e il centrodestra” si legge nell’analisi dell’istituto Cattaneo. Una situazione che appare evidente esaminando quali sono i partiti piu’ votati nelle citta’ superiori ai 15 mila abitanti (in cui tutti i quattro partiti si erano presentati contestualmente alle elezioni: 51 casi su 111). Come si puo’ notare, i due partiti con piu’ voti nelle citta’ esaminate sono il Pd (in 22 citta’, soprattutto nella ex Zona rossa e al Centro), a riprova della resistenza organizzativa del partito sul territorio, e la Lega, in particolare al Nord (13 citta’). Nelle citta’ del Sud e’, invece, Forza Italia a conquistare il primato in ben 9 citta’, mentre il Movimento 5 stelle e’ la lista piu’ votata tra le quattro qui prese in esame soltanto in 4 citta’.

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Cio’ rende ancora piu’ evidente la natura “a fisarmonica” del M5s che, nel giro di poco piu’ di tre mesi, e’ passato dall’essere il partito piu’ votato su scala nazionale a quello con meno consensi nelle consultazioni locali rispetto ai suoi principali sfidanti. Uno squilibrio tra i due piani che rendera’ ancora piu’ difficile l’individuazione di un punto di equilibrio nel sistema partitico italiano. Quanto alla Lega, “non e’ avanzata elettoralmente rispetto alle politiche del 4 marzo – si sottolinea – Ma l’aspetto significativo che e’ importante segnalare consiste nella sua crescita costante e omogenea sull’intero territorio nelle consultazioni di livello comunale”. Nelle citta’ del Nord il partito di Salvini ha piu’ che raddoppiato i suoi voti nel giro di cinque anni; nelle “regioni rosse” la Lega era sostanzialmente assente localmente (0,4% nel 2013) e,invece, oggi ottiene il 17,8% dei voti; infine, anche al Centro-sud la Lega e’ passata da una situazione di marginalita’ elettorale (attorno al 2% dei voti) a un livello dei consensi superiore, in media, all’8%.

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