Elezioni Irlanda, spoglio in corso, sfida a 3 all’ultima scheda

Elezioni Irlanda, spoglio in corso, sfida a 3 all’ultima scheda
9 febbraio 2020

Spoglio delle schede in corso in Irlanda all’indomani delle elezioni legislative, con la prospettiva di una gara all’ultima scheda per la spartizione dei 160 seggi del Dáil Éireann, la camera bassa, data la situazione di quasi parità tra tre partiti indicata dagli exit polls. Con un margine di errore dell’1.3%, l’exit commissionato dalla tv irlandese RTÉ e altri media indica che il partito di centrodestra Fine Gael del premier Leo Varadkar al 22,4% dei voti, seguito dalla sinistra nazionalista del Sinn Fein al 22,3% e dal Finna Fáil, a sua volta centrodestra, al 22.2%.

Le urne delle 39 circoscrizioni sono state aperte alle ore 9 locali di stamane ed i risultati non sono attesi prima di domani. Malgrado la quasi parità tra i tre partiti in termini percentuali, la distribuzione dei seggi deve tenere conto di un sistema proporzionale con “voto singolo trasferibile”, che prevede l’assegnazione di più di una preferenza scrivendo 1 per il candidato preferito, 2 per il secondo, 3 per la terza scelta.. e il quadro finale non dipende solo dalle “prime scelte”. Inoltre, il Sinn Féin – che comunque si prospetta come il ‘vincitore morale’ delle elezioni di ieri, considerate l’avanzata di 13,8 punti percentuali rispetto alle elezioni generali del 2016 – ha presentato solo 42 candidati, circa la metà rispetto al Fine Gael e al Fianna Fáil, cosa che si tradurrà in un minore numero di seggi.

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I nazionalisti del Sin Fein, sostenitori dell’unificazione con l’Ulster britannico, sembra aver fatto incetta di voti soprattutto tra i giovani, sensibili piuttosto a istanze sociali come il problema delle abitazioni. Il partito diretto da Mary Lou McDonald ha condotto una campagna di denuncia della scarsità di posti negli ospedali, dei problemi dei costi della assicurazioni, della riforma delle pensioni: temi molto sensibili per quella parte di elettorato che si sente esclusa dalla crescita economica irlandese. Questo accento sui temi sociali ha fatto fare un balzo in avanti al partito penalizzato in passato perché visto come il braccio politico dell’IRA. Anche la questione dell’unificazione e dell’Irlanda del Nord in generale, è rimasta in secondo piano.

Scommessa persa invece per il premier Varadkar, che sperava di capitalizzare proprio sulle ottime performance economiche del Paese (Pil +5,6% nel 2019) e ha così puntato su elezioni anticipate per rafforzare il suo governo. Se gli exit polls saranno in sostanza confermati, i negoziati per la formazione di una coalizione governativa saranno certamente difficili. Sia Varadkar che Micheal Martin del Fianna Fail hanno escluso un governo con la partecipazione del Sinn Fein. Dietro il terzetto di testa, gli exit danno il Partito dei Verdi al 7,9% delle preferenze, i Laburisti al 4,6%, i socialdemocratici al 3,4%, il partito Solidarietà prima del profitto al 2,8%. I candidati indipendenti raccoglierebbero complessivamente l’11,2% dei voti. askanews

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