Elezioni Presidenziali in Finlandia, si vota per la prossima politica estera

Elezioni Presidenziali in Finlandia, si vota per la prossima politica estera
Pekka Haavisto e Alexander Stubb
27 gennaio 2024

Il clima politico in Finlandia è teso in attesa del responso delle urne in occasione delle elezioni del nuovo presidente della Repubblica, che si terranno domani, 28 gennaio. Le indicazioni della vigilia del voto suggeriscono un avvincente testa a testa tra due ex: un primo ministro e un ministrodegli Esteri, mettendo in ombra le speranze della candidata socialdemocratica, Jutta Urpilainen, attuale commissaria europea per i Partenariati internazionali. Gli elettori finlandesi saranno chiamati a decidere il successore del presidente Sauli Niinistö, in carica dal 2012. I sondaggi confermano che lo scenario più probabile è una sfida a due tra Alexander Stubb, esponente del centro-destra, e Pekka Haavisto, rappresentante dei Verdi. Il ballottaggio è programmato due settimane più tardi, evidenziando la crescente polarizzazione e l’importanza di questa competizione.

Il candidato Alexander Stubb, ex primo ministro (Partito di Coalizione Nazionale, centrodestra), è in testa al più recente sondaggio presidenziale diffuso dalla tv nazionale: la sua tattica è quella di tenere in tasca varie proposte che fa sembrare sue nuove invenzioni, anche se non lo sono. Tuttavia, il consenso per lui è diminuito rispetto a dicembre. Secondo un sondaggio condotto dall’istituto demoscopico Taloustutkima a gennaio, il 27% dei cittadini sostiene Stubb al primo turno delle elezioni presidenziali, mentre a dicembre il suo sostegno era del 31%.

A minacciare seriamente il primato c’è Pekka Haavisto, ex ministro degli Esteri: sostenuto dai Verdi, apertamente gay, è rimasto inchiodato al suo 23%. Ma potrebbe offrire qualche sorpresa. E negli ultimi metri possono verificarsi grandi cambiamenti. I sondaggisti locali promettono una domenica sera emozionante. Anche perché il terzo in classifica, Jussi Halla-aho si è avvicinato alla coppia di testa dopo aver criticato senza mezzi termini l’uscente Sauli Niinisto in un dibattito sul razzismo, assumendo posizioni discutibili per le quali ha poi ammesso di essere forse andato un po’ troppo oltre. Ora Halla-aho è sostenuto dal 18%, rispetto al 10% di dicembre.

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Ex leader del Partito dei Finlandesi, ex europarlamentare, il terzo incomodo prende di mira un ventaglio molto esteso di soggetti nei dibattiti: dalla comunità LGBTQ+ finlandese all’Islam. C’è stato anche un lampo di umorismo quando in un confronto ha invitato il sultano del Brunei in sauna. Ma nell’ultimo dibattito, quando accomunava violenza delle bande, rapine e “traffico di droga nelle mani degli immigrati” è stato gelato da Haavisto: “Sono d’accordo con Halla-aho nel dire che dobbiamo intervenire nella violenza delle bande, ma non escluderei di intervenire anche sul linguaggio razzista”. È noto che Halla-aho appartiene all’associazione “Suomen Sisu”, descritta come un gruppo di “spirito nazista” da un quotidiano finlandese.

Domani, nove candidati si presenteranno al voto per conquistare la carica di presidente della Repubblica di Finlandia. Dal 1994, la presidenza non può essere rinnovata dopo due mandati consecutivi, ciascuno della durata di sei anni. Questo vincolo costituzionale aggiunge ulteriore interesse e significato alla competizione elettorale. Il ruolo principale del presidente finlandese è guidare la politica estera del Paese in stretta collaborazione con il governo. Questa responsabilità assume un ruolo centrale, specialmente dopo l’ingresso storico della Finlandia nella Nato il 4 aprile 2023. Il presidente rappresenta Helsinki ai tavoli internazionali, sottolineando l’importanza della diplomazia nella geopolitica contemporanea.

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Oltre a questo ruolo fondamentale, il presidente agisce anche come comandante in capo dell’esercito, nominando e accettando le dimissioni dei membri dell’esecutivo, dei funzionari pubblici di alto livello e dei giudici della Corte Suprema. Questa multifunzionalità conferisce al presidente un’influenza significativa su diverse sfere della governance nazionale. Inoltre, il presidente può ordinare lo scioglimento dell’Eduskunta, il Parlamento monocamerale della Finlandia, e convocare elezioni anticipate su richiesta giustificata del primo ministro. Questo potere aggiunge una dimensione strategica alla figura presidenziale, poiché può influenzare il panorama politico nazionale in momenti cruciali.

Intanto, i candidati alla presidenza finlandese hanno approfittato dell’ultimo giorno di campagna elettorale prima delle elezioni per incontrare gli elettori, i quali appaiono più indecisi che mai, mentre la democrazia liberale più orientale d`Europa si prepara ad andare a votare domani per un nuovo presidente, il primo dell’era Nato. Helsinki è infatti entrata nell’Alleanza atlantica da meno di un anno, ma è ormai chiaro che la politica della neutralità è stata lasciata alle spalle, la Russia (con la quale condivide un confine lungo oltre 1300 km) è a un passo e le continue chiusure della frontiera per il Paese Ue dettano il ritmo di una politica di logoramento con l’ingombrante vicino. Ma anche quello della campagna presidenziale.

La posizione finlandese nei confronti dell`Ucraina è stata apertamente e coerentemente contraria all`invasione russa, ed è stata uno dei principali fornitori di armamenti e addestramento per l`esercito ucraino. Ed è così che nell’anno più elettorale che mai al mondo, la Finlandia – uno dei pochi membri dell`Ue ad aver combattuto una guerra con la Russia (Guerra d’inverno, 1939-1940) – fa da apripista in Europa mettendo sul piatto il mandato di sei anni più importante se si parla di Difesa e politica estera: le votazioni si terranno domani 28 gennaio, con eventuale ballottaggio l’11 febbraio. Si vota in entrambe le date dalle ore 8.00 alle 19.00 italiane. Risultati definitivi entro il 14 febbraio.

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