Eni: “Non abbiamo aperto un conto in rubli… ma”

Eni: “Non abbiamo aperto un conto in rubli… ma”
Claudio Descalzi
29 aprile 2022

Eni chiude il primo trimestre dell’anno con risultati in forte crescita trainata dai solidi risultati dell’Exploration & Production. L’utile netto del trimestre è balzato a 3,58 miliardi da 856 milioni del primo trimestre del 2021 e l’utile netto adjusted a 3,27 miliardi da 270 milioni. L’ebit adjusted consolidato del periodo vola a 5,19 miliardi, in crescita del 300% rispetto allo stesso periodo del 2021.”Abbiamo concluso importanti accordi con Algeria, Egitto e Congo, e un altro ancora in Angola, che rafforzano ulteriormente le attività congiunte con le società di stato locali con l’obiettivo di promuovere maggiori flussi di export di gas naturale a beneficio dell’Italia e dell’Europa nel contesto della transizione verso un’economia decarbonizzata”. Claudio Descalzi, amministratore delegato di Eni, lo dice commentando i risultati del I trimestre 2022 della società.

“Abbiamo reagito con rapidità alle mutate condizioni del mercato energetico facendo leva sulla dimensione globale del nostro settore upstream e sulle consolidate relazioni con i paesi produttori – spiega Descalzi- per identificare nuove opportunità di forniture per l’Europa, incrementali e alternative a quelle esistenti”. Il I del 2022 “è stato un trimestre di evidenti progressi nell’attuazione della nostra strategia volta a garantire sicurezza e sostenibilità del sistema energetico, mantenendo il nostro forte impegno a una giusta transizione energetica e alla creazione di valore per i nostri stakeholders”, aggiunge l’ad Eni Claudio Descalzi. La performance, sottolinea Eni, è stata trainata dai solidi risultati della E&P con un Ebit adjusted di 4,38 miliardi, un incremento di 3 miliardi rispetto al primo trimestre 2021 dovuto alla capacità di catturare il rilevante aumento dei prezzi di realizzo delle produzioni equity (+70% in media). La produzione di idrocarburi del trimestre è stata di 1,65 milioni di boe/g, in calo del 3%, livello coerente con la guidance dell’anno, sottolinea il gruppo. A Piazza Affari il titolo parte “forte” e “positivo” in rialzo dello 0,75% a 13,256 euro. 

Leggi anche:
Europarlamento approva revisione Politica agricola comune

“Non abbiamo aperto un conto in rubli” per pagare le forniture di gas russo. Francesco Gattei, Chief financial officer Eni, lo dice rispondendo alle domande degli analisti nel corso della conference call sui risultati del I trimestre. Rispetto alle forniture di gas dalla Russia “per quel che riguarda i meccanismi di pagamento noi stiano chiaramente continuano a esaminare la situazione in stretto legame con le autorità europee e italiane”, spiega Gattei, “pagheremo rispettando i contratti e le sanzioni” e per quel che riguarda i contratti “la valuta è l’euro”. Intanto, stando alle indiscrezioni riportate da Bloomberg, Eni si starebbe preparando ad aprire un conto in rubli presso la banca russa Gazprombank. In questo modo la società petrolifera (controllata di fatto dal ministero dell’Economia e delle finanze, che possiede oltre il 30 per cento delle azioni) si assicurerebbe il rispetto dei nuovi termini imposti da Vladimir Putin per il pagamento delle forniture del gas: nonostante i contratti siano denominati in dollari o in euro, il Cremlino chiede ai “paesi ostili” (ossia quelli che hanno imposto sanzioni contro la Russia per l’invasione dell’Ucraina) pagamenti in rubli, la valuta nazionale russa. Gazprom, la società statale russa del gas, ha già interrotto i flussi verso la Polonia e la Bulgaria. Ufficialmente, tuttavia, Eni non ha preso una decisione. I prossimi pagamenti per il gas russo sono previsti per fine maggio.

Leggi anche:
Vannacci: mi candido con la Lega da indipendente
Segui ilfogliettone.it su facebook
© RIPRODUZIONE RISERVATA
Se avete correzioni, suggerimenti o commenti scrivete a redazione@ilfogliettone.it


Commenti