Entro 22 agosto certificazione, imprese e sindacati in allarme

1 agosto 2014

Entro il prossimo 22 agosto le imprese potranno richiedere la certificazione dei propri crediti tramite la piattaforma elettronica del Tesoro, per far sì che scatti la garanzia dello Stato. Al contempo, gli enti territoriali dovranno certificare i propri debiti nei confronti delle imprese. Solo così, infatti, i fornitori potranno tentare di cedere “pro soluto” il proprio credito a banche e a intermediari finanziari. “Non c’è più tempo da perdere” per le associazioni di categoria che aderiscono al ”Tavolo regionale per lo sviluppo e la crescita” composto da Agci, Casartigiani, Cia, Claai, Cna, Coldiretti, Confagricoltura, Confapi, Confartigianato, Confcooperative, Confesercenti, Confindustria e Legacoop. La pubblica amministrazione che certificherà l’esistenza del debito e che entro 12 mesi dalla certificazione non potrà pagare, avrà l’ulteriore possibilità di dilazionare i termini di pagamento contando sempre, in ultima istanza, sulla garanzia dello Stato, ad un tasso inferiore al 2%.

”È inspiegabile – dicono dal Tavolo – l’inerzia di molti Enti locali che, non certificando i propri debiti al 31 dicembre 2013, creano un danno alla collettività e alla stessa pubblica amministrazione. Il debito, infatti, dovrà comunque essere pagato, ma a tassi d’interesse molto più alti, che si aggirano attorno al nove per cento, cui aggiungere anche le spese legali. Tutti i dirigenti degli enti locali, che hanno la diretta responsabilità per certificare, si attivino quindi per evitare questo ulteriore danno alle amministrazioni e alle imprese”. ”Ricordiamo tra l’altro – aggiungono le imprese – che la Cassa depositi e prestiti ha istituito un plafond da 10 miliardi di euro finalizzato proprio all’accelerazione dei pagamenti dei debiti di parte corrente della pubblica amministrazione. La Cassa, infatti, potrà acquistare i crediti dalle banche, o dagli intermediari finanziari, ridefinendo in favore della Pa termini e condizioni di pagamento dei debiti”.

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Secondo,Maurizio Bernava, segretario Cisl Sicilia, “non pagare i crediti vantanti dalle aziende, in tempi di crisi, rappresenta un vero crimine sociale verso imprese e lavoratori, di fronte al quale non staremo in silenzio: le amministrazioni pubbliche si affrettino a certificare i debiti del 2013, cosi’ come chiesto dai componenti del Tavolo permanente composto dalle imprese siciliane. Politici da una parte e dirigenti amministrativi dall’altra – prosegue il dirigente sindacale – che non svolgono il loro ruolo ignorando totalmente le condizioni economiche in cui versa la Sicilia, dovranno dare conto e rispondere con sanzioni e accertamenti di responsabilita’ erariali, del fatto che le imprese non percepiscano quanto dovuto dagli enti pubblici”.

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