Fase 2, Conte respinge accuse: no condizioni per normalità

Fase 2, Conte respinge accuse: no condizioni per normalità
28 aprile 2020

“Non ci sono le condizioni per tornare alla normalità”. Arrivato a Milano per una visita, la prima, nell’epicentro dell’epidemia di coronavirus, il premier Giuseppe Conte replica alle critiche che oggi gli sono arrivate da diverse parti. In primo luogo dalla Conferenza episcopale, che chiede la riapertura delle chiese, ma anche da opposizioni e Italia viva, che lamentano uno scarso coraggio nell’avvio della Fase 2. “Molti cittadini – ha detto – non sono rimasti contenti delle nuove misure del decreto, è anche comprensibile, molti speravano di tornare alla normalità ma non ci sono le condizioni”.

Per il premier di più non si poteva fare. Anzi, il passo compiuto con il nuovo Dpcm, dati alla mano, è già notevole. “Oggi – ha ricordato – siamo a 105 mila contagiati, domenica ci sono stati 256 nuovi decessi, se affrontassimo la fase 2 con un atteggiamento non prudente avremmo la conseguenza di comportamenti imprudenti e irresponsabili e la curva epidemiologica ci sfuggirebbe di mano. Con le nuove misure – ha aggiunto – mandiamo al lavoro, sui mezzi pubblici, 4,5 mln di lavoratrici e di lavoratori che si aggiungono agli altri, sarà un flusso significativo che sicuramente creerà nuove occasioni di contagio. Avremo un altro blocco il 18 maggio e il 1° giugno un altro blocco e sarebbe irresponsabile affrontare questa fase, dopo tante rinunce, in modo sconsiderato, con avventatezza. Non ce lo possiamo permettere”.

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Comunque già adesso, rivendica, ci sarà un allentamento delle misure. “Daremo la possibilità – ha ricordato – di poter fare attività sportiva, anche allontanandosi dalle immediate vicinanza dell’abitazione, diamo libero sfogo all’attività motoria, pur se con il distanziamento. Sono misure studiate per affrontare questa fase e alleviare le sofferenze anche psicologiche che ci sono, ma non significa che buttiamo a mare i sacrifici fatti”. Anche le visite ai “congiunti” saranno possibili e nei prossimi giorni Palazzo Chigi spiegherà che si tratterà non solo di parenti, ma anche di persone con cui ci sono “legami affettivi stabili”. Ma no “alle feste con gli amici”, ha aggiunto.

Per quanto riguarda le proteste della Chiesa, il premier si è detto “dispiaciuto”, assicurando che “non c’è nessun atteggiamento materialistico da parte del governo” ma “una grossa rigidità da parte del comitato tecnico scientifico, sul presupposto che la pratica religiosa è uno dei focolai epidemiologici”. Comunque, ha annunciato, “lavoreremo a un protocollo per garantire a tutti i fedeli di poter partecipare alle celebrazioni in piena sicurezza”. Questa, insomma, è la linea di massima cautela dell’esecutivo, che non cambierà perchè, ha concluso, “il governo non cerca il consenso, cerca di fare le cose giuste”.

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