Fidel Castro, 90 anni e sei volti. L’ex Lider Maximo da “icona” a “sopravvissuto”

Fidel Castro, 90 anni e sei volti. L’ex Lider Maximo da “icona” a “sopravvissuto”
13 agosto 2016

FIDEL CASTRO2Fidel Castro oggi compie 90 anni, dopo aver assistito a ben dieci cambi della guardia alla Casa Bianca ed essere sopravvissuto, secondo la leggenda, ad oltre 600 tentativi di omicidio. Un regalo d’eccezione arriva da un rollatore cubano. Un sigaro lungo 90 metri, completato ieri, dopo dieci giorni di lavoro indefesso – turni quotidiani di 12 ore – giusto in tempo per i 90 anni del Lider Maximo. Una vita riassumibile per comodità in sei momenti, sei “volti”, partendo da quello più recente, del “sopravvissuto”: dieci anni dopo l’abbandono del potere le sempre più rare apparizioni in pubblico lo mostrano con la barba ingrigita, in tuta da ginnastica e senza i tradizionali sigari Cohiba, ai quali ha dovuto rinunciare per motivi si salute. Quanto alla sopravvivenza, secondo il suo ex capo dei servizi segreti, Fabian Escalante, ha stimato in 634 i tentativi di eliminazione da parte della Cia e dei cubani in esilio: lo stesso Castro ha confidato di separarsi raramente dalla sua pistola Browning ma di non aver mai indossato un giubbotto antiproiettile: “Ho una corazza morale, e mia ha sempre protetto”. Il secondo volto è quello del “seduttore”: il look rivoluzionario – secondo solo al “Che” Guevara – lo ha sempre reso popolare, specialmente fra il pubblico femminile, ma il saper proiettare un’immagine pubblica positiva è stato uno dei segreti della sua lunga permanenza al potere. Ufficialmente, Castro si è sposato due volte ed ha avuto sette bambini da tre donne diverse, sebbene non manchino le voci di amanti segrete ed altri figli non riconosciuti: “La vita privata non dovrebbe essere strumento di pubblicità o di politica”, aveva tagliato corto in un’intervista del 1992.

Castro “il nemico”: nemico dell'”impero americano”, beninteso, contro il quale non ha mai abbassato la guardia neanche dopo il clamoroso “riavvicinamento” avviato dall’Amministrazione Obama – quando Castro non era ormai più al potere, va notato. Il che non gli ha impedito di definire “smielato” il discorso di Obama ricordando il ruolo degli Stati Uniti nella fallita invasione della Baia dei Porci del 1961, un piano alquanto maldestro messo a punto dall’Amministrazione Eisenhower e rimasto in eredità a John F. Kennedy, che lo mise in pratica con risultati disastrosi. D’altronde, il rancore di Castro non è certo da prendere alla leggera: uno dei suoi principali ufficiali combattenti, Huber Matos, venne condannato nel 1959 a venti anni di carcere per aver criticato la virata del regime verso il comunismo; ma peggio è andata ai tanti dissidenti del regime. Ma il “Lider Maximo” è anche il “vincente che non ti aspetti”, l’uomo in grado di ottenere risultati in apparenza impossibili: come la campagna di alfabetizzazione che nel 1961 eliminò quasi totalmente l’analfabetismo nelle campagne, o come il piano per trasformare l’isola – rimasta con appena 3mila dottori – in una “superpotenza medica” con uno dei sistemi sanitari migliori del mondo. Altre scommesse non hanno avuto altrettanto successo: la campagna per la raccolta dello zucchero avviata nel 1970 per contrastare l’embargo statunitense fallì nonostante la mobilitazione di massa.

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FIDEL CASTRO4“L’icona”: Castro è stato un eroe per molti movimenti rivoluzionari e indipendentisti in tutto il mondo, contribuendo con l’invio di un totale di 386mila effettivi in tanti teatri di conflitto in cui la Guerra Fredda veniva combattuta per procura, come l’Angola, L’Etiopia, il Congo, l’Algeria e la Siria – oltre ad appoggiare la guerriglia in tutto il continente latinoamericano. I risultati militari non furono sempre lusinghieri, ma il simbolismo rimase potente. Infine, “il mito”: durante il suo discorso per celebrare il trionfo della rivoluzione nel 1959, una colomba gli si posò sulla spalla, un simbolo che per molti cubani gli valse ufficialmente l’entrata nell’Olimpo. In un Paese infatti in cui il cattolicesimo si mescolava con le religioni africane, non pochi lo ritenevano sotto la protezione di qualche divinità o addirittura immortale – almeno fino al 2006, quando motivi di salute lo costrinsero a passare la mano. Una fede che Castro il sopravvissuto non sembra condividere: “Presto sarò come tutti gli altri, arriva il turno per tutti”, ha concluso nell’aprile scorso. (fonte Afp)

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