Fitto a Bruxelles a Consiglio Generale per summit Ue: “flessibilità su Pnrr”

Fitto a Bruxelles a Consiglio Generale per summit Ue: “flessibilità su Pnrr”
Raffaele Fitto
6 febbraio 2023

Il Ministro per gli affari europei, il Sud, le politiche di coesione e il PNRR, Raffaele Fitto, ha partecipato oggi a Bruxelles ai lavori del Consiglio affari generali dell’Unione europea. “La riunione, la prima sotto Presidenza svedese – informa il Governo – è stata l’occasione innanzitutto per uno scambio di vedute sul programma del semestre”. A margine della riunione, inoltre, Fitto ha avuto contatti bilaterali con alcuni dei suoi omologhi europei.

Fitto nel suo intervento, riferisce il suo ministero, ” ha ribadito il pieno sostegno del Governo italiano al Governo di Stoccolma per una Presidenza ambiziosa e ispirata a risultati concreti nell’interesse dei cittadini e delle imprese europee. I Ministri hanno poi avuto un’ approfondita discussione sulla preparazione del prossimo Consiglio europeo”. E ” ha ribadito la necessità che dal Consiglio scaturisca un rinnovato segnale di sostegno dell’Unione europea a favore di Kiev sulla base dei positivi esiti del Vertice UE-Ucraina del 3 febbraio scorso”.

Quanto ai temi economici il Ministro, “ha ribadito che la priorità dell`Italia è quella di rafforzare la competitività dell’industria europea evitando soluzioni che creino disparità di condizioni fra chi ha spazio fiscale e chi non ne ha con il conseguente rischio di frammentazione del mercato interno. È necessario fare ricorso a risorse europee, sia, nell’immediato, attraverso la flessibilità nell’uso dei fondi esistenti, in particolare PNRR e Coesione, sia, in tempi rapidi, attraverso la creazione di nuovi strumenti ad hoc come quello di un Fondo comune per la sovranità europea”.

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Infine, sui migranti da Paesi non Ue “il ministro Fitto – ha ammonito  – ha evidenziato la necessità che il Consiglio europeo concentri la sua attenzione sulla dimensione esterna con particolare riguardo al rafforzamento del controllo delle frontiere esterne, a un maggiore impegno finanziario nei confronti dei Paesi di origine e transito, alla lotta ai trafficanti, alla regolazione a livello europeo delle attività delle ONG che operano nel Mediterraneo, a una politica dei rimpatri più rapida ed efficace”.

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