Forza Italia nel caos, tutti contro tutti

Forza Italia nel caos, tutti contro tutti
20 febbraio 2015

di Carlantonio Solimene

Dimissioni in massa dei coordinatori provinciali pugliesi. Nell’inverno di Forza Italia capita anche di assistere a una rivolta che in questi termini è un inedito assoluto nel partito di Berlusconi. Ma che non rappresenta l’unico segnale di malcontento tra gli azzurri, sfociato in un’intervista a Repubblica del capogruppo al Senato Paolo Romani che se la prende con l’omologo alla Camera Renato Brunetta, colpevole a suo dire di non aver concordato con nessuno il documento presentato a Mattarella nell’incontro al Quirinale. “Per Romani umana comprensione – ha risposto da par suo Brunetta – è rimasto orfano della Boschi…”. La Puglia, si diceva. Ad accendere la miccia è stata la decisione di Berlusconi di commissariare il partito regionale nominando come commissario il fedelissimo Luigi Vitali. Una mossa per mettere all’angolo Raffaele Fitto e che lo stesso Fitto ha accolto con un misto di sconcerto, rassegnazione e ironia: “In Forza Italia la confusione regna sovrana e Berlusconi continua a sbagliare. Questi sono atti di debolezza. In Puglia il partito andava bene e quindi, giustamente, lo hanno azzerato…”.

LA PUGLIA Così, mentre il neo commissario Vitali se la prendeva con l’europarlamentare (“Fitto se ne stia più in Puglia invece di girare l’Italia”) i coordinatori provinciali vicini all’ex governatore si dimettevano in segno di solidarietà. A lasciare sono stati il vice coordinatore Regionale vicario Antonio Distaso, i vice coordinatori regionali Roberto Marti e Riccardo Memeo, il coordinatore di Bari, D’Ambrosio Lettieri, i coordinatori provinciali di Bari, Perrone; Bat, Fucci; Foggia, Tarquinio; Lecce, Antonio Gabellone e Taranto, Gianfranco Chiarelli. “Con ciò – hanno scritto in una nota congiunta – liberiamo il commissario incaricato dall’onere di valutare il nostro livello di allineamento “al nuovo corso”“. Fitto, dal canto suo, continua a lavorare all’assemblea romana di domani dove i suoi “ricostruttori” manderanno un segnale forte al partito. Lo stesso partito nel quale in tanti temono l’effetto nefasto che potrebbe avere, alle Regionali pugliesi, il mancato inserimento in lista di tanti esponenti ricchi di consensi personali.

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LA CAMPANIA Gli stessi esponenti ai quali, ieri, sarebbe arrivato un sms di Vitali per dissuadere tutti dalla partecipazione alla convention fittiana. Ed è proprio la partita Regionali che angoscia Berlusconi, intenzionato ad accordarsi con Ncd in Campania ma preoccupato dall’incompatibilità di Salvini e Alfano, col rischio di veder sfumare la rielezione di Caldoro e, in Veneto, assistere alla vittoria di una Lega “autosufficiente”. In questo contesto, la rissa tra i capogruppo in Parlamento avrebbe fatto ulteriormente irritare il leader azzurro che, non potendone più di tutte le faide interne e non trovando gli appigli regolamentari per espellere Fitto, starebbe valutando di lasciare al ribelle il partito e fondarne un altro, un “Forza Silvio” insomma, per dimostrare che i consensi resterebbero tutti con lui. Un progetto, per ora derubricato a semplice tentazione, che però si scontrerebbe anche con le grane giudiziarie che ancora piovono sul versante Ruby. La costola del processo che si incentra sulle “false testimonianze” delle Olgettine, infatti, rischia di condizionare anche il verdetto della Cassazione sul “Ruby Uno”, dal quale Berlusconi era uscito assolto in appello.

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