Gentiloni verso Palazzo Chigi, via libera da Renzi ma con patto urne. Ed è gia’ totoministri

Gentiloni verso Palazzo Chigi, via libera da Renzi ma con patto urne. Ed è gia’ totoministri
10 dicembre 2016

La finestra per le urne si potrebbe aprire tra aprile e giugno. Al momento l’ipotesi e’ che si andra’ al voto dopo il G7, ma non e’ escluso che il summit in Sicilia possa tenersi con un nuovo presidente del Consiglio gia’ in carica. Ovvero in quel caso elezioni anticipate ad aprile ma Renzi, spiegano fonti parlamentari dem, su questo punto non dovrebbero porre paletti. Si faranno comunque valutazioni anche sulle indicazioni della Consulta (al momento si prevede soltanto di armonizzare le due leggi elettorali tra Camera e Senato). Il piano di Renzi resta sempre lo stesso: non si arrivera’ a fine legislatura, ma dovrebbe cedere il ruolo di premier a Gentiloni (l’idea Padoan e’ il ‘piano B’ per la situazione economica ma al momento non sembra essere quella la strada intrapresa). Il patto prevederebbe un asse forte del Pd, con una mossa condivisa con i ‘big’ in direzione, magari nero su bianco su un documento, per arrivare alle elezioni anticipate al piu’ presto.

L’accelerazione della crisi e’ arrivata dopo la crisi di Mps, con l’urgenza – sottolineata anche dal Capo dello Stato – di procedere in tempi rapidi alla risoluzione della situazione economica di Monte Paschi di Siena. Fonti di governo hanno smentito che sia in programma domani una riunione del Consiglio dei ministri: lo schema di decreto – questa l’aggiunta – e’ pronto per essere varato. Il provvedimento “laddove fosse necessario” arriverebbe prima della riapertura di mercati lunedi’. Decisivi saranno i prossimi passaggi: l’incontro al Colle tra il Capo dello Stato e la delegazione dem e le valutazioni del presidente della Repubblica. La prudenza e’ d’obbligo al Quirinale, ma tutto procede – e lo confermano anche fonti parlamentari Pd – verso un incarico all’attuale responsabile della Farnesina. Qualora Mattarella dovesse valutare positivamente una scelta condivisa da tutto il partito del Nazareno (franceschiniani, ‘giovani Turchi’ e minoranza dem sono compatti sul nome del ministro degli Esteri) la soluzione della crisi potrebbe arrivare gia’ domenica, con il giuramento.

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Fonti dem riferiscono che in attesa dei colloqui con il presidente della Repubblica si sarebbe gia’ valutata anche una lista dei possibili ministri. Il Colle, viene riferito dalle stesse fonti, preferirebbe che ci fosse un ministro in carica che si occupi in prima persona dei rapporti con Bruxelles e con le cancellerie, ecco perche’ l’ipotesi di un interim a Gentiloni agli Esteri non sembra essere sul tavolo. Dovrebbero rimanere – sempre le stesse fonti – Padoan, Franceschini, Martina e Orlando, mentre sugli altri componenti dell’attuale squadra del governo resterebbero molte incognite. Le ‘renziane’ Boschi (foto), Madia e Giannini potrebbero per esempio non far parte della squadra. Lotti dovrebbe restare sottosegretario alla presidenza del Consiglio ma l’altra partita che Renzi intende giocare e’ quella del congresso. “Una volta risolta la crisi si aprira’ subito la stagione congressuale”, sottolineano fonti parlamentari dem. “Occorrera’ ricostruire il rapporto tra Renzi e Franceschini ma non dovrebbero esserci problemi”, ribadiscono fonti dem ma l’incontro che Renzi e il ministro della Cultura, si aggiunge, e’ andato bene.

 

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