Gettò figlia in cassonetto a Palermo, chiesti 21 anni per la madre

4 luglio 2016

Il Pm Maurizio Bonaccorso ha chiesto la condanna a ventuno anni e 2 mesi di reclusione per Valentina Pilato, la donna accusata di avere ucciso la figlia appena partorita gettandola in un cassonetto della spazzatura a Palermo. Il processo è in corso davanti alla Corte d’Assise e la sentenza verrà emessa probabilmente la prossima settimana. La Pilato si è difesa sostenendo di non avere avuto alcuna consapevolezza e i suoi legali hanno sostenuto l’incapacità di intendere e di volere. Su questo ha battuto in particolare il rappresentante dell’accusa, che ha affermato che la donna, quando si sbarazzò del corpicino della figlia, era completamente consapevole di ciò che stava facendo. L’episodio risale al 24 novembre del 2013, anche se la donna – in atto detenuta – fu arrestata in un periodo successivo. Secondo la ricostruzione della Procura, la gravidanza che aveva portato alla nascita della bimba era stata indesiderata e Valentina Pilato, dopo avere partorito da sola, in bagno, senza che nessuno dei familiari si accorgesse del fatto, avrebbe messo la bambina in un contenitore e l’avrebbe poi gettata non lontano da casa sua, in via Di Giorgi, a Palermo.

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