Ghiacciai, ‘punto di non ritorno’ per l’Antartide

25 maggio 2014

Si moltiplicano, lasciando poco spazio ai dubbi, gli studi scientifici sui pericoli legati allo scioglimento dei ghiacci antartici. Il 7 maggio scorso la pubblicazione, sulla rivista scientifica ‘Nature Climate Change’, di uno studio sulla fragilità del bacino di Wilkes, la vasta distesa di ghiaccio nell’Antartide orientale. Ieri, l’annuncio di due nuovi lavori, questa volta sul futuro della calotta glaciale occidentale, il cosiddetto Western Antarctic Ice Sheet. Sia l’Università di Washington che la Nasa, in collaborazione con l’Università della California, parlano ormai, dopo aver studiato l’area lungo la costa di Amusden, dove si trova il ghiacciaio Thwaites, di ‘punto di non ritorno’. Le ricerche concordando, infatti, sul fatto che il ghiacciaio, come altri vicini, ha iniziato a collassare. Secondo le simulazioni effettuate, la perdita di ghiaccio continuerà, nel corso del prossimo secolo, con una velocità piuttosto modesta, ma tra 200-500 anni accelererà in maniera repentina e potrebbe determinare un innalzamento del livello dei mari anche di 3 o 4 metri.

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