Gianrico Tedeschi compie cento anni, una vita sul palcoscenico

Gianrico Tedeschi compie cento anni, una vita sul palcoscenico
Gianrico Tedeschi
20 aprile 2020

Maestro del palcoscenico, artista brillante e al tempo stesso serissimo, dallo stile sobrio e riservato, è passato dai classici greci al musical sino alla tv, in una carriera lunghissima che si è chiusa solo nel 2016 all’età di 96 anni. E oggi, 20 aprile, Gianrico Tedeschi compie cento anni. Un attore che ha trascorso 70 anni in scena e ancora quattro anni fa (dopo anche una lunga presenza friulana, al teatro di Cormons) recitava “Dipartita finale” con la regia di Branciaroli, questa ricorrenza è l’occasione per celebrare quest’uomo che l’ha vissuto tutto e lo rappresenta nel bene e nel male, grazie alla sua fedeltà a principi etici e civili oltre che artistici, alla sua ironia e soprattutto alla sua umanità.

Diplomato a vent’anni, Tedeschi parte poi per la guerra, sottotenente in Grecia, e dopo l’8 settembre, rifiutandosi di aderire alla Repubblica di Salò, finisce in un lager nazista in Germania dove recita con i compagni di prigionia (da Giovanni Guareschi a Enzo Paci); dopo la Liberazione riesce a entrare in Accademia a Roma e nel 1947 debutta, scelto e diretto da Strehler. Inizia così una carriera di successo, che lo vede lavorare con registi che vanno da Visconti a Ronconi, passando per Garinei e Giovannini per un celeberrimo “My fair lady”, come lo porterà a partecipare agli storici sceneggiati tv, a diventare amato personaggio di un carosello di dolciumi, a essere in radio con Raffaella Carrà, a far cinema con, tra i tanti, Bragaglia, Steno, Dessin e Rossellini.

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Ha recitato con Ruggero Ruggeri e Salvo Randone, passando per Anna Magnani, Marcello Mastroianni, Romolo Valli e tantissimi altri, ma anche Renato Rascel e Domenico Modugno, per arrivare oggi ad avere accanto giovani come Massimo Popolizio, Sergio Rubini o Marina Massironi. Il teatro è stata una sua passione fin da ragazzino, quando il padre lo portò a vedere Ermete Zacconi che recitava in “Spettri” di Henrik Ibsen e, come ha detto tante volte, rimase colpito dalla forza della verità, dal realismo di ciò cui aveva assistito.

Da allora non si è mai tirato indietro, passando dai classici all’amato Pirandello, da Goldoni a Ionesco, i lavori con Visconti. Senza dimenticare un eccezionale “Cardinal Lambertini” di Testoni, quindi pronto assieme a misurarsi anche col varietà e la commedia leggera, capace di cantare e muoversi danzando accanto a Delia Scala in “My fair lady” o a Ornella Vanoni in “Amori miei”.

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