Golpe in Sudan, arrestati premier e alcuni ministri

Golpe in Sudan, arrestati premier e alcuni ministri
25 ottobre 2021

Uomini armati hanno arrestato oggi diversi leader sudanesi, tra cui il primo ministro Abdallah Hamdok, dopo settimane di tensione tra le autorità di transizione civili e militari. Gli arresti sono avvenuti all’alba. Il primo ministro Abdalla Hamdok è stato posto agli arresti domiciliari e le forze militari hanno arrestato quattro esponenti del governo, tra cui anche il ministro dell’Industria Ibrahim al-Sheikh e il ministro dell’Informazione Hamza Baloul. Sono stati arrestati anche il portavoce del Consiglio sovrano al governo del Sudan, Mohammed al-Fiky Suliman, e il governatore della capitale Khartoum, Ayman Khalid. Il web è bloccato in tutto il Paese, chiuse le strade principali e i ponti di accesso alla capitale, Khartoum. Dopo il fallito colpo di stato il mese scorso si sono scatenate proteste tra gruppi militari e civili.

I soldati avrebbero sparato proiettili veri contro i manifestanti anti-golpe di fronte al quartier generale dell’esercito a Khartoum, capitale del Sudan. Lo si apprende dalla pagina Facebook del ministero della Cultura e dell’Informazione sudanese. “I soldati hanno sparato proiettili veri contro i manifestanti che hanno protestato contro il colpo di Stato militare di fronte al comando generale dell’esercito e si prevede un numero imprecisato di vittime”, ha affermato il ministero in un breve post. Migliaia di persone sono scese in piazza a Khartoum per protestare contro l’arresto del primo ministro e di alti funzionari civili che erano membri del governo di transizione.  

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Hamdok è un economista ed ex alto funzionario delle Nazioni Unite nominato primo ministro tecnocratico nel 2019 ed è molto rispettato a livello internazionale. Il generale Abdel Fattah Al Burhan, che fino ad oggi guidava la transizione in Sudan in condivisione con le autorità civili, ha annunciato in un discorso televisivo l’introduzione dello stato d’emergenza nel Paese. Al Burhan ha spiegato che il golpe di oggi si è reso necessario per preservare la democrazia e i risultati della rivoluzione nel Paese, ed ha annunciato che le elezioni si terranno nel luglio del 2023. Il generale ha anche confermato la rimozione dei governatori statali e ha annunciato anche la fine dell’accordo di condivisione del potere tra civili e militari e lo scioglimento del gabinetto.

Le reazioni

Washington è “profondamente allarmata” dalle notizie di un presunto colpo di Stato militare in Sudan. Lo ha detto oggi l’inviato speciale degli Stati Uniti per il Corno d’Africa, Jeffrey Feltman. Negli ultimi duee giorni Feltman ha avuto una serie di incontri con i leader civili e militari sudanesi, nell’ambito degli sforzi per risolvere le tensioni nel Paese tra le due componenti dell’autorità di transizione sudanese.

L’Unione europea segue con preoccupazione gli sviluppi in Sudan e invita tutte le parti a rimettere in moto il processo di transizione: lo ha dichiarato oggi l’Alto rappresentante Ue per la Politica estera Josep Borrell. “Seguiamo con la massima preoccupazione gli eventi in corso in Sudan. L’Ue invita tutte le parti interessate e i partner regionali a rimettere in carreggiata il processo di transizione”, ha scritto Borrell su Twitter.

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La Lega Araba ha espresso “profonda preoccupazione” per l’apparente colpo di Stato militare in Sudan. Il segretario generale Ahmed Aboul Gheit ha esortato tutte le parti a “rispettare pienamente” la dichiarazione costituzionale firmata nell’agosto 2019, che mirava a spianare la strada a una transizione verso un governo civile ed elezioni democratiche. “Non ci sono problemi che non possono essere risolti attraverso il dialogo”, ha detto Aboul Gheit. “È importante rispettare tutte le decisioni e gli accordi presi… astenendosi da qualsiasi misura che possa interrompere il periodo di transizione e scuotere la stabilità in Sudan”, ha commentato, secondo quanto si legge su al Jazeera.

Le Nazioni Unite hanno affermato che la detenzione da parte dei militari sudanesi di leader civili tra cui il primo ministro Abdalla Hamdok è “inaccettabile”. “Sono profondamente preoccupato per le notizie di un colpo di stato in corso e per i tentativi di minare la transizione politica del Sudan. Le detenzioni segnalate del primo ministro, dei funzionari governativi e dei politici sono inaccettabili”, ha affermato Volker Perthes, rappresentante speciale delle Nazioni Unite in Sudan. “Chiedo alle forze di sicurezza di rilasciare immediatamente coloro che sono stati detenuti illegalmente o posti agli arresti domiciliari”, ha aggiunto Perthes su Twitter.

Il presidente francese Emmanuel Macron ha condannato oggi “con la massima fermezza” il colpo di Stato in Sudan e ha chiesto “il rispetto dell’integrità del primo ministro e dei leader civili”. “La Francia condanna con la massima fermezza il tentato colpo di Stato in Sudan. Esprimo il nostro sostegno al governo di transizione sudanese e chiedo il rilascio immediato e il rispetto dell’integrità del primo ministro e dei leader civili”, ha sottolineato il presidente francese in un tweet.

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La Farnesina esprime preoccupazione per le notizie che giungono da Khartoum (Sudan). “Da parte italiana si auspica che, con il contributo di UE, UA ed organismi regionali africani, si possa tornare al più presto allo spirito del processo di transizione democratica in Sudan, sostenuto dalla Comunità Internazionale”, recita una nota del ministero degli Affari Esteri e della Cooperazione in riferimento al colpo di Stato in corso nel Paese africano.

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