Gran Bretagna fuori da mercato unico, ora tocca a Westminster. May in un cul de sac

Gran Bretagna fuori da mercato unico, ora tocca a Westminster. May in un cul de sac
17 gennaio 2017

La premier britannica Theresa May ha chiarito che la Gran Bretagna uscirà dal mercato unico europeo, in modo da poter limitare l’immigrazione e da segnare una discontinuità dall’Unione europea, ma i parlamentari di Westminster potranno votare sull’accordo finale. “La Brexit deve significare il controllo del numero di persone che arrivano dall’Europa e questo è ciò che realizzeremo. Quel che propongo non può significare l’appartenenza al mercato unico europeo” ha detto May in un discorso alla Lancaster House di Londra. La premier ha aggiunto che la Gran Bretagna cercherà con l’Europa un accordo che le dia “il massimo accesso possibile” al mercato europeo alla sua uscita dall’Unione. May ha anche chiarito che l’intesa con i restanti Paesi membri della Ue dovrà essere sottoposta al voto di entrambe le camere del parlamento britannico.

ARTICOLO 50 Londra ha due anni per trattare sul divorzio a partire da quando invocherà l’articolo 50 del trattato di Lisbona, avviando le procedure ufficiali, o se ne andrà dalla Ue senza un accordo. May ha promesso di invocare l’articolo 50 entro fine marzo e pensa di poter negoziare insieme l’uscita dalla Ue e un nuovo accordo commerciale. Ma qualche partner europeo dubita della tabella di marcia di May, come il ministro degli Esteri austriaco Hans Joerg Schelling che dice che per la Brexit ci vorranno cinque anni. “Non è chiaro che se sarà possibile negoziare l’uscita della Gran Bretagna dalla Ue e i termini di una futura collaborazione allo stesso tempo” ha detto. Cercando di alleviare i timori che un taglio netto con Bruxelles possa provocare un colpo di frusta all’economia, May ha parlato di “un processo di attuazione per gradi”.

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L’ACCUSA DELL’ELISEO La sua linea sarà accolta con favore da chi vuole lasciare la Ue a ogni costo, ma deluderà chi teme per l’economia britannica. I Paesi Ue contavano per il 44% dell’export britannico nel 2015 e Londra aveva un deficit commerciale record verso il blocco di 77,9 miliardi di euro. La sterlina ha avuto vita dura dopo la vittoria del Leave al referendum sulla Brexit del giugno scorso, ma ha reagito bene al discorso di May, cancellando le perdite dell’ultima settimana. Il ministro delle Finanze Philip Hammond ha sposato la linea dura domenica dicendo che la Gran Bretagna può sabotare economicamente la Ue per restare competitiva, se Bruxelles imporrà dazi. Hammond ha detto di volere che Londra resti “un’economia chiaramente in stile europeo, con una tassazione in stile europeo e un sistema regolatorio di stile europeo”. Ma dovrà cambiare corso “se siamo forzati” a “recuperare competitività”, ha detto al quotidiano tedesco Welt am Sonntag. Il ministro delle Finanze francese Michel Sapin oggi ha accusato il governo May di improvvisare sulla Brexit.

CORTE SUPREMA “Si vede bene che stanno improvvisando, oscillando tra posizioni dure e accomodanti”. Il ministro tedesco degli Esteri ha da parte sua accolto con favore il fatto che “finalmente sia stata fatta un po di chiarezza” sulla Brexit da parte di Londra e ha auspicato “relazioni migliori e più strette possibile” con il Regno Unito dopo la Brexit. Le prospettive di Londra hanno ricevuto conforto verbale dal presidente eletto Usa Donald Trump che domenica ha detto di volere un accordo commerciale con il Regno Unito in tempi brevi. Nella pratica però Londra non può negoziare direttamente con Washington prima dell’uscita dalla Ue, che probabilmente non avverrà prima di due anni. Il capo negoziatore di Bruxelles sulla Brexit Michel Barnier ha detto di volere un accordo prima delle elezioni del parlamento europeo del 2019. Sui piani di May resta l’incognita della Corte suprema, che nei prossimi giorni dovrà esprimersi sulla necessità o meno di un passaggio parlamentare per l’autorizzazione a invocare l’articolo 50.

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