Grillo attacca la stampa. A Genova altro grillino lascia M5s: “Stanco di obbedire a algoritmo”

Grillo attacca la stampa. A Genova altro grillino lascia M5s: “Stanco di obbedire a algoritmo”
28 gennaio 2017

Mentre il M5s dal Blog torna ad attaccare giornali e tv, decretando “la morte della cronaca giudiziaria” e definendo gli operatori dell’informazione “apprendisti stregoni che prevedono il futuro”, a Genova, la città di Beppe Grillo, l’ex candidato sindaco pentastellato alle amministrative di 5 anni fa, Paolo Putti spiega di aver lasciato perché “stanco di obbedire ad un algoritimo” annoverando tra le ragioni anche l’“assenza di liberà di pensiero” nel Movimento. E così “in nome dell’articolo 21” della Costituzione, nell’ultimo sabato di gennaio, si consuma l’ennesimo scontro, dentro e fuori, casa Cinquestelle. Da un lato il Movimento usa parole durissime a proposito dei giornali che si occupano della vicenda dell’indagine che riguarda la sindaca di Roma, Virginia Raggi, dall’altro un ex grillino manifesta insofferenza per “mancanza di libertà di pensiero e parola” e “delegittimazione con un post sul blog”.

VERGOGNA Per il M5s “certa” stampa dovrebbe vergognarsi perché disonora la memoria di professionisti, come Mario Francese, ucciso dalla mafia il 26 gennaio del’79, e Mauro De Mauro, rapito da Cosa nostra il 16 settembre del 1970 e mai più trovato. Erano entrambi cronisti di giudiziaria a Palermo; entrambi hanno pagato con la vita la ricerca della verità. “Queste pagine di giornali e i loro autori – accusa il M5s – hanno sputato in faccia alla loro professione, per primo, e anche a chi, come Mario Francese e Mauro De Mauro (cronisti siciliani vittima di mafia, ndr), per assolvere al meglio alla propria funzione ci hanno rimesso la vita. Vergognatevi almeno per loro”. “C’erano una volta i cronisti di giudiziaria – si legge nel post – gente che consumava le suole facendo su e giu’ nel Palazzo di Giustizia. E dentro e fuori dal Palazzo: raccontavano i fatti, il loro sviluppo, i colpi di scena e il corso della giustizia. C’era un approccio che rendeva questo genere diverso dagli altri: l’avvicinarsi il piu’ possibile alla verita’ dei fatti, la verifica scrupolosa di ogni dettaglio, l’oggettivita’ della cronaca contro la manipolazione dei fatti. Perche’ la cronaca giudiziaria, prima ancora del giudizio del Tribunale, decide la vita o la morte (pubblica) delle persone. Per questo e’ sempre infarcita di verbali, ordinanze di custodia cautelare, sentenze, “carte”. Perche’ in quel fronte non si puo’ sbagliare”. “C’e’ chi addirittura ci ha rimesso la vita per la cronaca giudiziaria – proseguono i 5 Stelle – basti pensare a Mario Francese, cronista del Giornale di Sicilia, ucciso nel 1979 perche’ era troppo curioso. Lui che, primo e unico, era riuscito a intervistare la moglie di Toto’ Riina. E ancora piu’ indietro si pensi a Mauro De Mauro, cronista de L’Ora di Palermo che a forza di scavare, indagare a fondo a proposito di due misteri italiani (il fallito golpe Borghese, la morte di Enrico Mattei), e’ scomparso in una serata del 16 settembre 1970. La lista sarebbe lunga e si commetterebbe il torto di dimenticare qualcuno ingiustamente”.

Leggi anche:
Elly Schlein lavora a liste, tensione ipotesi Tarquinio

LE ACCUSE DI PUTTI Intanto a Genova, nella città del leader pentastellato, il M5s perde pezzi. Paolo Putti, un grillino della prima ora, ha lasciato dopo aver rappresentato per anni nel capoluogo ligure l’essenza del Movimento. Il perché lo ha spiegato in un’intervista. “Non ne potevamo più di obbedire a un algoritmo, di non avere libertà di pensiero e di parola” ha dichiarato al Secolo XIX. Lui, che nel 2012 fu candidato sindaco a Genova per il M5s, insieme ad altri due consiglieri grillini, ha fondato in Comune il gruppo ‘Effetto Genova’. Putti, che viene dalla sinistra, dal lavoro in cooperativa, ha sancito lo strappo e dalla città di Grillo dice: “La mia priorità sono i cittadini e se li devo difendere lo faccio anche dal Movimento”. I motivi dell’addio sono tanti. “Prima c’erano tanti punti fermi e non solo la ricerca del consenso, si pensava al bene comune. Ora si parla alla pancia della gente e ci dicono che si deve votare no a prescindere. E poi la delegittimazione insopportabile: ci sono le comunali, organizziamo un’assemblea, stabiliamo un percorso e subito arriva un post scriptum sul blog di Grillo che ci sconfessa”. Putti rivela anche che “Tutti i miei comunicati dovevano essere vagliati non so da chi; poi si dice che Trump e Putin sono grandi statisti… e io devo stare? Si è rotto il feeling sulla soglia di fare comunità. Noi non vogliamo fare i televenditori”. ‘Effetto Genova’ richiama ‘Effetto Parma’? “Pizzarotti non c’entra l’ho sentito a cose fatte, eravamo in sofferenza da tempo”. La sinistra lo corteggia, si candiderà a sindaco? “No, spero lo faccia chi ha forti competenze. Ringrazio chi mi ha contattato, ma io mi fermo qui. Sono molto preoccupato per il M5s”. Le interessa Campo progressista, l’esperienza che sta facendo nascere l’ex sindaco di Milano Pisapia? “Non mi interessa tutto quello che ha il sapore radical chic. la scommessa è riuscire a parlare alla gente, questa era la cosa interessante del Movimento. E comunque non potrei mai essere alleato del Pd che ho combattuto per anni”.

Leggi anche:
Test psicoattitudinali per aspiranti magistrati: una svolta controversa

 

 

Segui ilfogliettone.it su facebook
© RIPRODUZIONE RISERVATA
Se avete correzioni, suggerimenti o commenti scrivete a redazione@ilfogliettone.it


Commenti