Il Papa chiede “tregua pasquale: riporre le armi”

Il Papa chiede “tregua pasquale: riporre le armi”
Papa Bergoglio
11 aprile 2022

Papa Francesco ha chiesto una tregua pasquale nella guerra in Ucraina, per arrivare a una pace duratura attraverso il negoziato. “Si ripongano le armi – ha detto il Pontefice – si inizi una tregua pasquale, ma non per ricaricare le armi e riprendere a combattere. No. Una tregua per arrivare alla pace attraverso un vero negoziato, disposti anche a qualche sacrificio per il bene della gente. Infatti, che vittoria sarà quella che pianterà una bandiera su un cumulo di macerie?”. Per Bergoglio, “nulla è impossibile a Dio: anche far cessare una guerra di cui non si vede la fine e che ogni giorno ci pone davanti agli occhi stragi efferate e atroci crudeltà compiute contro civili inermi”. ” Siamo nei giorni che precedono la Pasqua ma c’è la guerra perché si vuole vincere. Così però – ha chiosato il Pontefice – si perde soltanto”.

Nell’omelia della Messa celebrata in piazza san Pietro in occasione della celebrazione della Domenica delle Palme che ricorda l’ingresso di Gesù Cristo a Gerusalemme dove viene tradito condannato a morte e crocifisso dagli uomini, arriva la nuova dura condanna pubblica della guerra pronunciata da Papa Francesco: “Quando si usa violenza non si sa più nulla su Dio che è padre. E nemmeno sugli altri che sono fratelli. Si dimentica perché si sta al mondo e si compiono crudeltà assurde. Lo vediamo nella follia della guerra dove si torna a crocifiggere Cristo”. “Sì Cristo è ancora una volta inchiodato alla croce – scandisce Papa Bergoglio in piazza san Pietro- nelle madri che piangono la morte ingiusto di mariti e figli. E’ crocifisso nei profughi che fuggono dalle bombe con i bambini in braccio. E’ crocifisso negli anziani lasciati soli a morire, nei giovani privati di futuro, nei soldati mandati a uccidere i loro fratelli”.

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“Padre perdona loro perché non sanno quello che fanno”, ripete Bergoglio oggi le parole di Cristo inchiodato alla croce. “Non lo disse – sottolinea il Pontefice- una sola volta ma per tutte le ore trascorse sulla croce con quelle parole sulle labbra e nel cuore. Dio non si stanca di perdonare. Non sopporta fino a un certo punto per poi cambiare idea, come noi siamo tentati di fare. Noi cristiani, allora, non stanchiamoci di praticare il perdono: riceverlo, amministrarlo, testimoniarlo. Notiamo ancora una cosa: Gesù implora il perdono ma dice anche il motivo: ‘perché non sanno quello che fanno’. Giustifica i violenti suoi crocifissori perché non sanno. Eccome come Gesù si comporta con noi: si fa nostro avvocato. Nel momento più drammatico Gesù pratica il sentimento più difficile: l’amore per i nemici. Gesù ci invita a non restare lì: a reagire, a usare la carezza del perdono contro i chiodi del dolore. Spezziamo la catena amici, nemici; ti voglio bene se mi vuoi bene. Il perdono e l’amore di Gesù del perdono sono per tutti”. “In questa settimana – esorta allora Papa Francesco in vista della Pasqua fra sette giorni – accogliamo la certezza che Dio può perdonare ogni peccato e ogni distanza. Camminiamo verso la Pasqua con coraggio verso il suo perdono. Con Gesù non è mai finita, non è mai troppo tardi. Con Dio si può tornare a vivere.
Perché Cristo continuamente intercede presso il Padre per noi. E, guardando il nostro mondo violento e ferito, non si stanca di ripetere: ‘Padre perdona loro perché non sanno quello che fanno…'”

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