Gruppo diserta Commissione. “Lo riconvocheremo”

22 luglio 2014

L’Eni diserta l’audizione in terza Commissione al parlamento siciliano e che s’è appena conclusa. Per il presidente della stessa commissione, Bruno Marziano, “si tratta di uno sgarbo istituzionale nei confronti della commissione e del suo presidente che si sono dimostrate sensibili alle ragioni delle imprese”. Tuttavia, Marziano si dice “consapevole dei limiti della Commissione e che questa vertenza non si risolve su un tavolo come questo pero’ questa poteva essere un’occasione di confronto sul piano di investimenti che Eni ha annunciato e per ridare tranquillita’ ai lavoratori preoccupati di una possibile riduzione dei livelli occupazionale”. Anche il sindacato storce il muso. “Il grande assente oggi è l’Eni, che rischia di vanificare un momento istituzionale che poteva fare chiarezza su un piano industriale annunciato solo sui giornali. L’audizione era l’occasione per entrare nel merito e capire il futuro della raffineria di Gela”. A dirlo è Giuseppe Monaco, segretario dell’Ugl Sicilia. Il sindacato rimarca che “quella della raffineria di Gela è una vertenza nazionale e la scelta di Eni è di chiaro carattere antimeridionalista”. In ogni caso, per l’Ugl, “è importante che venga rispettato l’accordo siglato e sia riconfermato il piano da 700 milioni, che rafforzava l’identità dello stabilimento nisseno”. A smorzare i toni Confindustria Sicilia, presente con il direttore Giovanni Catalano all’audizione. “L’azienda sta presentando un piano industriale importante che prevede il rilancio degli investimenti anche su Gela. L’amministratore delegato Claudio Descalzi ha assicurato che i 970 operai non saranno licenziati”. Catalano tiene a precisare che “bisogna evitare strumentalizzazioni ed esasperare gli animi, favorendo al contrario un clima di collaborazione”. Dopo qualche ora da, ancora Marziano annuncia che “mi è stato inviato un fax dall’azienda in cui ci dice di non poter esser presente oggi ed ho dato la disponibilità a concordare un’altra data. Noi li chiameremo perché l’Eni ha il dovere di venire ad un tavolo come questo per illustrare di quel che vuole fare in Sicilia”.

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