Il Papa incontra gli studenti: “Imparare a imparare”

11 maggio 2014

“Amo la scuola perché è sinonimo di apertura alla realtà. Almeno così dovrebbe essere!”. Così Papa Francesco all’incontro in piazza San Pietro con le scuole italiane promosso dalla Cei e intitolato “We care”. “Non sempre lo è, e allora vuol dire che bisogna cambiare un po’ l’impostazione. Non abbiamo diritto ad avere paura della realtà. Andare a scuola significa aprire la mente e il cuore alla realtà, nella ricchezza dei suoi aspetti, delle sue dimensioni. Questo è bellissimo! Nei primi anni si impara a 360 gradi, poi piano piano si approfondisce un indirizzo e infine ci si specializza. Ma se uno ha imparato a imparare, è questo il segreto, questo gli rimane per sempre, rimane una persona aperta alla realtà! Questo – ha sottolineato Bergoglio tra gli applausi – lo insegnava anche un grande educatore italiano, che era un prete: Don Lorenzo Milani”. In piazza San Pietro in precedenza era stata letta una lettera di Don Milani. Sono ben 300 mila le presenze registrate in Piazza San Pietro e nelle vie limitrofe in occasione dell’evento “La Chiesa per la Scuola”, durante il quale Papa Francesco ha incontrato bambini e insegnanti provenienti dalle scuole di tutta Italia.

“Restituire alla scuola dignità e funzione perché insegnare è e deve tornare a essere un lavoro bello, qualificato e appassionante, perché studiare è la più efficace forma di addestramento alla vita adulta, la scuola è un bene comune, un diritto di ciascuno e un dovere dello Stato, e garantirlo a tutti senza pregiudizi è il segno più convincente del principio di libertà di scelta educativa”. Così la ministro della Pubblica istruzione Stefania Giannini in piazza San Pietro nel saluto introduttivo pronunciato davanti al Papa per l’incontro con scuole di tutta Italia promosso dalla Conferenza episcopale italiana del cardinale Angelo Bagnasco.

Bergoglio ha detto che “gli insegnanti sono i primi che devono rimanere aperti alla realtà. Ho sentito le testimonianze dei vostri insegnanti, sentirli tanto aperti alla realtà. Con la mente sempre aperta a imparare! Perché se un insegnante non è aperto a imparare, non è un buon insegnante, e non è nemmeno interessante. I ragazzi capiscono, hanno ‘fiuto’, e sono attratti dai professori che hanno un pensiero aperto, ‘incompiuto’, che cercano un ‘di più’, e così contagiano questo atteggiamento agli studenti. Questo è uno dei motivi per cui amo la scuola”.

“Ho un’immagine”, aveva detto inizialmente il Papa parlando a braccio: “Ho sentito qui che non si cresce da solo. Ho l’immagine del mio primo insegnante, donna, maestra che mi ha preso a sei anni al primo livello nella scuola. Mai ho potuto dimenticarla, mi ha fatto amare la scuola. E poi sono andato a trovarla per tutta la vita, fino al momento in cui è mancata a 98 anni. Amo la scuola perché quella donna mi ha insegnato a amarla”. (TMNews)

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