Imprese, Sicilia rischia di perdere 10 mld

27 febbraio 2014

“La nuova programmazione europea per la Sicilia vale qualcosa come 10 miliardi di euro. Un treno impossibile da perdere e una partita che dobbiamo giocare fino in fondo, ma della quale ancora nessuno parla”. A lanciare l’allarme sono le associazioni di categoria che aderiscono al ”Tavolo per lo sviluppo e la crescita”, composto da Agci, Casartigiani, Cia, Claai, Cna, Coldiretti, Confagricoltura, Confapi, Confartigianato, Confcooperative, Confesercenti, Confindustria e Legacoop. Per il cartello di associazioni non c’e’ piu’ tempo da perdere e il silenzio sulla nuova programmazione suona come un “paradosso, soprattutto dopo l’ingloriosa vicenda dell’impugnativa della finanziaria da parte del commissario dello Stato, che ha reso ancora piu’ catastrofica la situazione delle imprese siciliane”. Gia’ da tempo le imprese hanno chiesto al governo di iniziare un percorso condiviso in vista della nuova programmazione a valere sui fondi strutturali 2014-2020, ma al momento tutto e’ fermo. “La nuova programmazione – spiegano le associazioni – ha previsto delle sfide precise, ha individuato delle iniziative prioritarie su macro-tematiche come crescita sostenibile, crescita intelligente e crescita sociale. E’ spontaneo chiedersi a che punto siano gli accordi con il partenariato socio-economico considerato il breve termine alla scadenza della presentazione ufficiale dei documenti programmatici. Il governo sta gia’ pensando come orientare le risorse?”.

Per il nuovo ciclo di programmazione 2014 – 2020 la Sicilia ha assegnati per i due Programmi Operativi regionali (POR) del FESR, del Fondo Sociale e per i programmi operativi nazionali (PON), una dotazione complessiva da spendere nel 2014 -2022 di oltre 8,6 miliardi di euro. A queste risorse andranno aggiunte le risorse del nuovo Programma regionale per il settore agricolo e del Programma nazionale della Pesca. Entro marzo andra’ definito il documento di programmazione. Il cartello di associazioni di categoria punta il dito contro quella che definisce “un’inammissibile sottovalutazione” da parte dell’Esecutivo delle opportunita’ offerte dall’Europa, la “continua rotazione” degli incarichi dei dirigenti generali che “non consente di dare continuita’ all’operativita’ dei Dipartimenti di riferimento”, e le “riunioni sommarie prive di un’adeguata informativa sullo stato dell’arte e sulle tabelle delle somme impegnate e spese. Insomma, non intravediamo alcuna inversione di rotta” denunciano le associazioni. Da qui l’appello al governo e a tutte le forze politiche, affinche’ “si intervenga celermente e seriamente, nella programmazione dei fondi europei. Non possiamo piu’ accettare dichiarazioni sciatte e approssimative di chi promette e non mantiene, solo una politica seria sull’utilizzo dei fondi strutturali puo’ promuovere interventi di reale rilancio dell’economia isolana”.

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