Inchiesta Consip, chiesto processo per Romeo e Gasparri

Inchiesta Consip, chiesto processo per Romeo e Gasparri
31 maggio 2017

Gli inquirenti della Procura di Roma hanno depositato la richiesta di giudizio immediato per l’imprenditore Alfredo Romeo (foto, sx), e Marco Gasparri (foto), entrambi accusati di corruzione nell’ambito dell’inchiesta sugli appalti Consip. Romeo è nel carcere di Regina Coeli dal primo marzo, giorno del suo arresto, il 1 marzo scorso. L’iniziativa del pm Mario Palazzi e dall’aggiunto Paolo Ielo, titolari dell’indagine, consente di saltare l`udienza preliminare portando il processo direttamente in aula. Gli indagati rischiano, secondo codice, da 6 a dieci anni. “Ho preso 100mila euro da Alfredo Romeo per garantirgli consigli e informazioni sulle gare bandite in Consip”. È quanto ha confermato l`ex dirigente Consip Marco Gasparri nel corso dell`incidente probatorio davanti al gip di Roma Gaspare Sturzo nelle scorse settimane. Gasparri in tre interrogatori ha affermato di avere ricevuto, dal 2012 al 2016, un totale di 100mila euro da parte di Romeo. Gasparri, quando fu ascoltato a dicembre scorso dai pm di piazzale Clodio spiegò che “i rapporti con Romeo iniziarono ad essere stabili dal 2013 con una prima dazione di 5000 euro, dal 2014 in poi i versamenti diventarono sempre più frequenti”.

In cambio l`ex dirigente Consip forniva notizie relative ai bandi di gara e pratiche amministrative da mettere in atto. Gasparri, dirigente Consip e all`epoca direttore Sourcing Servizi e Utility, in pratica il settore che si occupa delle gare per l`acquisto dei servizi per tutte le amministrazioni, non era stato arrestato perché ha collaborato con gli inquirenti, ma anche perché erano venute meno le esigenze di custodia cautelare poiché il funzionario non ha più ruoli operativi all`interno di Consip. Il giorno dell`applicazione della misura erano state acquisite anche alcune agende e, soprattutto i pizzini con cui Gasparri e Romeo comunicavano. Nelle sue conversazioni Romeo definiva Gasparri il suo “prototipatore”, ovvero colui che all`interno dell`amministrazione costruisce i bandi di gara in ufficio e gli fornisce elementi assai utili per aggiudicarsi le gare. Nell`ordinanza di custodia il gip Sturzo riportava il tentativo di Romeo di sviare le indagini. In particolare, l`imprenditore propose a Gasparri “di costruire una comune ipotesi difensiva per impedire il normale corso della giustizia o, meglio, di deviare le indagini per favorirlo”.

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La circostanza era stata raccontata dallo stesso funzionario Consip nel corso di uno degli interrogatori davanti ai magistrati di Roma e Napoli. “Ho visto l`ultima volta Romeo nel suo ufficio il 29 novembre 2016àIn quell`occasione – aveva messo a verbale Gasparri – il Romeo era sudato e farfugliava e mi disse che aveva avuto un sequestro e che gli avevano sequestrato anche dei foglietti, compreso un foglio dove c`era il mio nome con dei numeri accanto. A quel punto – aveva continuato Gasparri – mi disse che avremmo dovuto concordare una versione da rendere all`autorità giudiziaria che sicuramente ci avrebbe, di là a poco, convocati. Io a quel punto gli ho detto qualche brutta parola dicendo che mi aveva rovinato e me ne sono andato. Dopo un paio di giorni sono andato dall`avvocato e ho deciso di confessare tutto”. Gasparri nel corso di uno dei suoi interrogatori aveva anche chiarito: “Essendo io funzionario della Consip e dirigente dell`ufficio che predisponeva i capitolati sapevo esattamente come dovevano essere fatte le offerte tecniche. Romeo ava un ufficio tecnico inadeguato – aveva detto ancora Gasparri – e io essendo uomo della Consip gli davo le indicazioni utili per la predisposizione dell`offerta tecnica” che, ha aggiunto, “sapevo esattamente come doveva essere fatta”.

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