Inps: a 33 mila famiglie stop a Reddito di Cittadinanza. Ora scatta il Sfl

Inps: a 33 mila famiglie stop a Reddito di Cittadinanza. Ora scatta il Sfl
25 agosto 2023

Sono 33mila i nuclei familiari che stanno ricevendo la comunicazione, tramite sms ed email, che li informa di aver fruito, ad agosto, della settima mensilità del Reddito di Cittadinanza loro spettante. Lo ha reso noto l’Inps spiegando che si tratta di famiglie senza minori, disabili o over 60. 

I destinatari di questo messaggio e coloro che lo hanno già ricevuto il mese scorso o lo riceveranno nei prossimi, dal primo settembre, possono presentare la domanda per il Supporto per la Formazione e il Lavoro (Sfl) e, se hanno i requisiti per accedervi, potranno essere avviati a un percorso di professionalizzazione e di inserimento lavorativo durante il quale, per complessivi 12 mesi, potranno ricevere un contributo di 350 euro mensili.

 

Reddito per alcuni fino a dicembre

 

Come aveva già informato lo stesso Istituto di previdenza, la legge prevede la cessazione del reddito dopo 7 mensilità nel 2023. A luglio ci sono stati 159mila nuclei che hanno ricevuto la comunicazione. Mano mano da qui a dicembre ne arriveranno altri per circa 40mila: quindi alla fine saranno 240mila nuclei ai quali verrà comunicata la fine del Reddito di Cittadinanza. Le persone “occupabili” possono essere avviate verso un percorso lavorativo facendo la domanda di supporto di formazione lavoro sulla piattaforma che l’Inps renderà fruibile dal primo settembre. Questo sistema crea la possibilità di avviarsi verso un’attività lavorativa o poter utilizzare dei corsi di formazione professionalizzanti durante i quali si arriva ad avere un beneficio di 350 euro. “Tre quarti delle persone che avevano il reddito – ha spiegato l’Inps – lo continueranno a percepire fino al 31 dicembre e poi potranno fare la domanda di assegno di inclusione. L’obiettivo non è il beneficio ma l’accompagnamento verso il percorso lavorativo”.

 

Supporto per la Formazione e Lavoro

 

La platea di possibili beneficiari del supporto formazione e lavoro – solo se si considerano gli ex percettori di reddito di cittadinanza – è formata da oltre 112mila persone. Si tratta di un bacino, come detto, che viene soltanto dal conteggio dei percettori di reddito di cittadinanza “occupabili” che, da settembre, non avranno più il sussidio precedente. I dati arrivano direttamente dall’Anpal che ha comunicato, ad ogni Regione, l’esatto numero di occupabili che, dal reddito di cittadinanza, passeranno al supporto formazione e lavoro dal mese di settembre. Rispetto agli oltre 112mila occupabili che passeranno alla nuova misura, i dati Anpal forniscono anche la collocazione geografica. Il 55% dei beneficiari si concentra, infatti, in tre regioni: Campania, Sicilia e Calabria. Ma seguono a ruota altre regioni, e cioè Lazio, Lombardia, Puglia e Piemonte. Si tratta, in tutte queste regioni, di persone occupabili che hanno terminato il periodo di spettanza del sussidio economico del reddito di cittadinanza.

Chi può accedere

Al Supporto per la formazione e il lavoro possono accedere le persone tra i 18 e i 59 anni con un ISEE familiare non superiore ai 6mila euro. Se nelle loro famiglie non ci sono minori a carico, persone con oltre 60 anni o disabili, non possono accedere all’assegno di inclusione, e possono quindi fare richiesta per il SFL. Dato che il limite massimo di ISEE per il reddito di cittadinanza era 9.600 euro, però, le persone “occupabili” con ISEE tra 6mila e 9.600 euro perderanno il primo sussidio e non avranno diritto al nuovo. Possono fare richiesta per il SFL anche le persone che avrebbero diritto all’assegno di inclusione, ma che vogliono partecipare a un percorso di politiche attive del lavoro. Il SFL però non si può sovrapporre al reddito di cittadinanza o alla pensione di cittadinanza, che stanno venendo revocati progressivamente a partire da agosto e che saranno interamente aboliti a partire da gennaio del 2024, quando comincerà a essere erogato l’assegno di inclusione. Il SFL è incompatibile anche con ogni altro strumento pubblico di integrazione o di sostegno al reddito per la disoccupazione.

Da quando

Il SFL si potrà richiedere a partire dal primo settembre su una piattaforma online, chiamata SIISL, che sarà allestita dall’INPS, oppure attraverso un patronato, cioè uno di quegli enti autorizzati dallo Stato a svolgere gratuitamente servizi di assistenza per gestire alcune pratiche autorizzate. Dal primo gennaio 2024 potranno avviare la pratica anche i CAF. Al richiedente sarà richiesto di sottoscrivere un primo “patto di attivazione digitale”, con cui ci si impegna a presentarsi in un centro specifico per firmare il «patto di servizio», in cui dovrà scegliere tra agenzie per il lavoro o enti autorizzati che potranno prenderlo in carico. Se i requisiti sono a posto la richiesta sarà accettata, e la persona che vuole il SFL sarà convocata di nuovo nel centro. A questo punto la persona richiedente potrà cominciare a ricevere offerte di lavoro o di partecipazione a servizi di orientamento e accompagnamento al lavoro. A questi si aggiungono progetti di formazione o qualificazione professionale, organizzati da enti pubblici o privati, anche online, e progetti di servizio civile.

L’assegno di 350 euro 
 
L’assegno di 350 euro al mese sarà erogato dall’INPS mensilmente tramite bonifico, ma al massimo per 12 mensilità. Durante l’anno, la persona che riceve il SFL sarà tenuta a partecipare ai progetti di formazione e qualificazione, confermandolo ogni 90 giorni, altrimenti l’assegno sarà sospeso. Il beneficiario del SFL dovrà accettare eventuali offerte di lavoro, anche a tempo determinato: potrà rifiutare solo se il posto di lavoro offerto fosse a una distanza di oltre 80 chilometri dal domicilio, o se per raggiungerlo occorressero più di 2 ore coi mezzi pubblici. Altrimenti perderà il sussidio. In caso di contratto con una durata inferiore ai sei mesi, il SFL sarà sospeso e poi riprenderà al termine dell’impiego. Si potrà continuare a percepire se il reddito da lavoro non supererà i 3mila euro annui.

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