Ispirato a Il gabbiano di Čechov, il nuovo spettacolo di Irina Brook

21 febbraio 2023

Debutta venerdì 24 febbraio alle ore 21.00 in prima assoluta al Teatro Biondo di Palermo, che lo produce in collaborazione con Dream New World – Cie Irina Brook, lo spettacolo Seagull Dreams – I sogni del Gabbiano, adattamento de Il gabbiano di Anton Čechov realizzato e diretto da Irina Brook e interpretato da Pamela Villoresi, Geoffrey Carey e i giovani allievi della Scuola di recitazione del Biondo: Giuseppe Bongiorno, Emanuele Del Castillo, Monica Granatelli, Giorgia Indelicato, Giuseppe Randazzo, con la partecipazione in video di Miguel Gobbo Diaz.

La regista Irina Brook, figlia del maestro Peter Brook e dell’attrice Natasha Parry, esplora in questo spettacolo la propria biografia di figlia d’arte attraverso le parole di Anton Čechov. I temi e le atmosfere del teatro checoviano riaffiorano dal vissuto personale della regista, la cui mamma era di origini lettoni-russe, come anche l’atmosfera inglese e americana degli anni ’70, quella dei suoi anni di giovane attrice: la malinconia per un’epoca che tramonta e la tensione verso qualcosa che deve ancora nascere e che fatica ad imporsi, l’eterno conflitto tra giovani artisti e “vecchie glorie”.

Con Seagull Dreams – I sogni del Gabbiano, Irina Brook porta avanti la sua intensa ed emozionate riflessione sul teatro, inteso come laboratorio dei sentimenti e della vita; come palcoscenico delle dinamiche di una famiglia di attrici e drammaturghi, di una compagnia. Oltre a curare l’adattamento, la regia, le scene e i costumi, Irina Brook ha realizzato anche i video che sono parte integrante della drammaturgia, mentre Alessandro Anglani si è occupato della traduzione e ha collaborato alla realizzazione artistica dello spettacolo. Le luci sono di Antonio Esposito.

Leggi anche:
Marcorè dirige "Zamora": racconto un uomo un po' goffo e donne risolute

“Il gabbiano – spiega la regista – parla del nostro mestiere con tutto l’amore appassionato e la crudeltà disperata che può suscitare. Al centro ci sono i temi ineludibili del successo e del fallimento, la necessità di vivere una vita di creatività, e la più distruttiva delle malattie avvertite dagli artisti: il bisogno dell’approvazione”. Pamela Villoresi, nel ruolo di Arkadina (a sua volta attrice e madre), e Geoffrey Carey nei panni di Sorin – che porta in scena tutto il mondo anglosassone di Irina, lingua compresa – rappresentano anche se stessi, mettendo in gioco il loro vissuto che si intreccia con quello dei personaggi del dramma. E così i giovani, che provengono dalla Scuola del Biondo, narrano con Čechov le loro aspettative, le frustrazioni e i sogni che animano i primi passi nel mondo teatrale.

Brook trasporta la vicenda de Il gabbiano in un contesto realistico – dagli anni ’70 ai giorni nostri, proiettai verso una meta-realtà – mischiando i ricordi personali e le esperienze di vita degli interpreti maturi alle aspirazioni e ai desideri della nuova generazione di giovani attori e attrici: la passione per il palcoscenico, l’impegno, il gioco, il desiderio di proiettare la vocazione teatrale nel futuro, includendo le nuove tecnologie, ma anche le umiliazioni, le incertezze, il nomadismo. Seagull Dreams – I sogni del Gabbiano vuole raccontare l’essenza stessa del teatro, la sua quotidianità, con le fatiche, gli errori, le paure di chi lo fa. Irina Brook cerca nuove forme che portino in scena la vita reale. In tal senso lo spettacolo si collega al progetto House of Us, che la regista ha avviato a Palermo lo scorso anno: lavorando con i giovani allievi della Scuola, Brook ha realizzato un suggestivo percorso performativo sovrapponendo il ricordo della madre e il proprio controverso rapporto con la recitazione e il teatro. Con il contributo dei giovani interpreti, Irina Brook ha iniziato a tracciare una mappa ideale del teatro prossimo venturo.

Leggi anche:
Marcorè dirige "Zamora": racconto un uomo un po' goffo e donne risolute
Segui ilfogliettone.it su facebook
© RIPRODUZIONE RISERVATA
Se avete correzioni, suggerimenti o commenti scrivete a redazione@ilfogliettone.it


Commenti