Italiani come terroni, Caro Feltri per Bruxelles siamo “uguali”

Italiani come terroni, Caro Feltri per Bruxelles siamo “uguali”
26 aprile 2020

Il dramma creato dal coronavirus, porta alla luce, oltre a numerose e tragiche problematiche, anche l’esistenza di nazioni ‘minoritarie’, che costituiscono quel ‘meridione’ geografico bisognoso di aiuto. In poche parole, viene alla luce una verità che è quella che sancisce che tutti siamo ‘meridionali’ rispetto a qualcun altro. Anche Vittorio Feltri lo è. Il direttore di Libero sostiene che noi meridionali, se tiriamo troppo la corda, corriamo il rischio di rompere il giochino che fino ad ora ci ha dato la possibilità di ciucciare tanti quattrini dalle tasche degli instancabili lavoratori del Nord Italia e che dobbiamo darci una regolata o faremo un brutta fine. Afferma, inoltre, che i meridionali sono inferiori rispetto ai settentrionali. Caro Vittorio Feltri, datti una calmata e cerca di ragionare. Probabilmente non sai che L’Italia è una nazione del Sud Europa e, pertanto, si può affermare che noi italiani siamo i ‘meridionali’ dell’Europa. I Paesi ricchi e conservatori (vedi l’Olanda) sono collocati nel Nord dell’Europa, quelli meno ricchi sono collocati nel Sud dell’Europa.

In tal caso, noi cittadini del Sud Italia siamo parificati ai cittadini del Nord Italia, relativamente alla posizione geografica dell’Italia. L’Europa considera gli italiani alla stessa stregua di come tu consideri il Sud Italia, ossia come una nazione inferiore che non riesce da sola a sopravvivere, ma ha bisogno di aiuto economico. Per tale ragione possiamo dire che anche tu sei di Napoli, di Palermo, di Bari, di Catanzaro. L’ Europa è unita solo sulla carta e sta dimostrando di non esserlo nei fatti. L’Italia, dopo il Coronavirus, deve fare i conti con un’amara realtà, ossia la scarsa solidarietà dimostrata dall’Unione Europea nei confronti delle nazioni meno ricche, colpite non solo sul piano della salute, ma anche sul piano economico. In seguito alla constatazione dolorosa della scarsa sensibilità alle necessità dello Stato italiano e dei cittadini italiani, l’Italia dovrà valutare se è il caso di rimanere all’interno dell’Unione Europea che unione non è poi tanto. Il sogno europeo si infrange contro lo scoglio del coronavirus, che è il dramma vissuto non solo dall’Italia, ma dai Paesi dell’intero universo?

L’Unione Europea avrebbe dovuto fare appello al senso etico ed umanitario delle sue radici prima di dar voce ai sentimenti egoistici dell’uno o dell’altro stato europeo. Non l’ha fatto: abbiamo, perciò, ascoltato i miserabili commenti egoistici di chi non aveva intenzione di elargire alcuno aiuto. La questione europea creatasi in seguito al coronavirus fa comprendere a noi italiani che il Sud Italia dovrà far ripartire il nostro Paese in quanto i territori meridionali sono stati poco colpiti ed essi, pertanto, possono farsi promotori della ripartenza, dando loro credibilità e sostegno per poter attuare tale progetto. Il Sud Italia, quindi, potrà diventare il motore economico del Paese ed i meridionali finalmente slegarsi dalle mafie e divenire produttivi nelle loro terre senza dover emigrare. L’ Italia di questa drammatica esperienza deve far tesoro al fine di essere unita nell’intento di rilanciare la propria economia, coinvolgendo i territori del Sud Italia. Siamo un grande Paese e possiamo dimostrare che la nostra nazione, unendo le forze, da Nord a Sud, da sola potrà farcela. Se l’ Europa diventerà veramente solidale, solo allora l’Italia sarà contenta di farne parte. L’ Italia ha intenzione di cambiare rotta e questa esperienza lo dimostrerà”.

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