Italiani uccisi in Libia, indagato operation manager Bonatti

19 ottobre 2016

Omicidio colposo e violazione della legge sulla sicurezza nei luoghi di lavoro, in base all’articolo 2087 del codice civile. Per questa accuse è indagato Dennis Morson, operation manager della Bonatti spa, nell’ambito dell’inchiesta della Procura di Roma sul sequestro in Libia dei tecnici italiani Salvatore Failla e Fausto Piano. Stamane i carabinieri del Ros-Antiterrorismo stanno svolgendo una serie di perquisizioni negli uffici della Bonatti, a Parma. A parere degli inquirenti capitolini sono state omesse cautele per prevenire il rischio di sequestri di persona ed il trasferimento dall’Italia al compound della Mellitah Oil & Gas di Filippo Calcagno, Gino Pollicardo, Failla e Piano. In pratica Morson – secondo l’ipotesi accusatoria della Procura di Roma – avrebbe cooperato per colpa al decesso di Piano e Failla omettendo di adottare le misure necessarie per tutelare l’incolumità fisica degli stessi durante il trasferimento in Libia.

A parere degli inquirenti della Capitale si è di fronte ad una ipotesi di concorso di cause indipendenti costituite da un lato dalle omissioni (senza le quali non vi sarebbe stato il sequestro) colpose della Bonatti. Le perquisizioni sono in corso mirano ad acquisire documentazione per ricostruire la responsabilità individuali della società e se siano state adottate idonee misure di sicurezza a tutela dei lavoratori. “Prendiamo atto di tutto questo con grande soddisfazione, sia sul piano giuridico sia su quello propriamente etico della vicenda”. Così ha detto l’avvocato Francesco Caroleo Grimaldi, legale dei familiari di Salvatore Failla, rispetto alle perquisizioni della società Bonatti ed al coinvolgimento nell’inchiesta della Procura di Roma del manager Dennis Morson, responsabile della logistica in Libia. “Non è ammissibile – ha aggiunto Caroleo Grimaldi – che dei lavoratori italiani che vanno ad operare in zone ad alto rischio terroristico non siamo tutelati nel massimo modo possibile. Il trasferimento di Piano e Failla in terra libica è avvenuto con modalità assolutamente inadeguate, esponendoli ad un rischio quanto mai elevato, con le conseguenze tragiche che conosciamo”. Insomma “tutto ciò nonostante i segnali di allarme della Farnesina. La loro morte reclama giustizia. Ci auguriamo che questa iniziativa della Procura di Roma, costituisca un altolà per evitare situazioni analoghe in futuro”.

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