La Cassazione apre la strada al referendum sull’Autonomia differenziata: reazioni e scenari

La legge Calderoli è stata parzialmente dichiarata incostituzionale mentre i quesiti parziali proposti da alcune regioni sono stati esclusi

CERIMONIA DI APERTURA DELL'ANNO GIUDIZIARIO PRESSO LA CORTE DI CASSAZIONE.

La richiesta di abrogazione totale della legge sull’Autonomia differenziata, nota come legge Calderoli, promulgata il 25 giugno scorso, si avvia verso un nuovo capitolo giudiziario e politico. I giudici dell’Ufficio centrale per il referendum hanno dichiarato legittima la richiesta di referendum abrogativo totale, ma hanno escluso la possibilità di un quesito referendario parziale. La decisione è subordinata a un ulteriore passaggio alla Corte Costituzionale, che entro gennaio dovrà esprimersi sull’ammissibilità della proposta referendaria.

Il contesto giuridico

La Corte Costituzionale, in una sentenza precedente, aveva giudicato legittima la legge sull’Autonomia differenziata, dichiarando anticostituzionali solo alcune parti. Tuttavia, secondo l’Ufficio centrale per il referendum, rimane valido il fondamento del referendum per l’abrogazione totale della legge. Diversamente, i quesiti proposti dai Consigli regionali di Campania, Emilia-Romagna, Toscana, Sardegna e Puglia sull’abrogazione parziale non sono stati accolti, poiché riguardano disposizioni già dichiarate illegittime.

Le reazioni politiche

La decisione della Cassazione ha suscitato reazioni contrastanti nel panorama politico e sindacale.

Ivana Veronese, vicepresidente del comitato nazionale contro l’autonomia differenziata, ha espresso soddisfazione: “Una legge che aumenta le disuguaglianze territoriali e frammenta settori cruciali come sanità, scuola e infrastrutture deve essere fermata”.

Angelo Bonelli, deputato di AVS e co-portavoce di Europa Verde, ha dichiarato: “La Cassazione ha dato il via libera al referendum abrogativo dell’Autonomia differenziata. Sarà una splendida primavera referendaria, in cui gli italiani potranno mobilitarsi per fermare questa pessima riforma”.

Riccardo Magi, segretario di Più Europa, ha commentato su X (ex Twitter): “Il referendum contro l’Autonomia differenziata rappresenta anche un’occasione per promuovere una riforma della legge sulla cittadinanza, attesa da anni”.

Elly Schlein, segretaria del Partito Democratico, ha ribadito l’impegno del suo partito: “Dopo la pronuncia della Corte Costituzionale che ha smontato l’Autonomia differenziata, il governo dovrebbe fermare i negoziati e abrogare questo testo. Noi andremo avanti in questa battaglia”.

Nicola Fratoianni, leader di Sinistra Italiana, ha auspicato che la Consulta confermi l’ammissibilità del referendum: “È un passo decisivo per ripristinare i diritti del lavoro e dare piena cittadinanza ai giovani nati in Italia”.

Giuseppe Conte, leader del Movimento 5 Stelle, ha definito la decisione un ulteriore colpo al progetto di autonomia differenziata: “Andiamo verso il referendum per far pronunciare gli italiani su una riforma che danneggia il Paese”.

Maria Elena Boschi, deputata di Italia Viva, ha sottolineato il danno che la legge causerebbe: “Penalizza aziende, aumenta i divari su sanità e istruzione, e moltiplica la burocrazia. Saremo in prima fila per fermarla”.

La posizione del governo e del centrodestra

Di parere opposto, esponenti del governo e della maggioranza di centrodestra hanno ridimensionato l’impatto della decisione della Cassazione.

Il ministro per gli Affari Regionali e le Autonomie, Roberto Calderoli, ha dichiarato: “Sono contento del referendum. Saranno gli italiani a decidere”.

Maurizio Gasparri, presidente dei senatori di Forza Italia, ha sottolineato che il referendum non è garantito fino alla valutazione della Corte Costituzionale: “Dubbi sull’esito sono stati sollevati da autorevoli costituzionalisti”.

Giovanni Donzelli, responsabile organizzazione di Fratelli d’Italia, ha affermato: “Il governo non è in discussione. Saremo giudicati per i risultati portati avanti”.

Ignazio La Russa, Presidente del Senato, ha accolto favorevolmente l’eventuale referendum: “Se ci sarà, ben venga. Saranno gli italiani a decidere”. Ha poi aggiunto che il Parlamento dovrà correggere i passaggi dichiarati illegittimi dalla Corte Costituzionale.

Gli scenari futuri

La decisione della Corte Costituzionale attesa per gennaio rappresenta un passaggio cruciale per il futuro della legge sull’Autonomia differenziata. Se dichiarata ammissibile, il referendum potrebbe diventare un momento di forte confronto politico e sociale, chiamando gli italiani a pronunciarsi su una delle riforme più controverse degli ultimi anni. Nel frattempo, il dibattito rimane acceso, riflettendo le profonde divisioni sul tema tra le forze politiche e i cittadini.