La protesta degli ultrà e Forza nuova, tafferugli e arresti al Circo Massimo

La protesta degli ultrà e Forza nuova, tafferugli e arresti al Circo Massimo
6 giugno 2020

Sono poche centinaia ma fanno fumore i ‘Ragazzi d’Italia’ che con maglietta bianca si sono dati appuntamento oggi a Roma al Circo Massimo, sotto un sole estivo. Un furgone ed un piccolo palco come punto di riferimento. Sono arrivati al circo Massimo al grido di ‘Duce, Duce’. I ‘Ragazzi d’Italia’ sono giunti a folti gruppi con bandierine tricolore e fumogeni. Sono gli estremisti di destra e ultras di varie curve, scesi in piazza per protestare contro le misure adottato dal Governo in questa fase dell’emergenza Covid. Tante magliette bianche, pochissime mascherine, teste rasate, tatuaggi, qualche braccio teso e una presenza femminile pari a zero. Tra i presenti, anche il leader di Forza nuova Giuliano Castellino e sponenti della curva nord della Lazio con le magliette raffiguranti Diabolik, così come veniva soprannominato il capo degli irriducibili, Fabrizio Piscicelli, ucciso in un agguato lo scorso anno.

Ad un certo momento tafferugli e lanci di petardi. Un cassonetto del vetro è stato rovesciato e le bottiglie sono state scagliate contro la polizia. Tutto sarebbe partito da una scaramuccia con le telecamere presenti, degenerata in una rissa, o da un diverbio interno fra i manifestanti. Sono stati lanciati vasi, bottiglie e petardi contro forze dell’ordine e giornalisti durante i minuti di tensione che si sono registrati a via dei Cerchi in avvio della manifestazione organizzata, oltre che da Forza Nuova, da altri gruppi di estrema destra. Polizia in assetto antisommossa e idranti per ripristinare la normalità, i manifestanti si sono poi assiepati sotto al palco allestito al Circo Massimo. Sono arrivati sfilando col tricolore da via dei Cerchi a via della Greca i rinforzi al Circo Massimo. In molti sono arrivati da Brescia e Verona.

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“Siamo apolitici – ha raccontato un manifestante arrivato da Brescia – ci conosciamo tutti, siamo amici. Il Garda è raso al suolo a livello economico. Siamo artigiani, commercianti, rappresentanti alimentari che servono ristoranti, ragazzi in cassa integrazione. La manifestazione è aperta a tutti, purché senza simboli politici. La maglietta bianca rappresenta questo”. “Speriamo di ottenere qualcosa, più tardi – ha spiegato – una delegazione andrà al Quirinale: ciò che è stato fatto, se è stato fatto, evidentemente non è arrivato. La mia compagna lavora in una casa di riposo in provincia di Mantova e ancora aspetta che le facciano il tampone”. La mascherina, chi l’ha portata, l’ha tenuta sotto il mento. Accalcati tutti, come se il coronavirus fosse un ricordo sbiadito. C’è stato anche chi, ironizzando, ha detto di non esser disposto a parlare a chi la indossava. In tanti con la mascherina nera “fatta arrivare direttamente da Predappio” con la scritta “Boia chi molla”, anche quella rigorosamente al braccio.

Alla fine della manifestazione, conclusasi con un’ora di anticipo, si registrano due ultrà arrestati con l’accusa, a seconda delle singole posizioni, di porto di oggetti atti ad offendere e travisamento. Gli investigatori delle forze dell’ordine hanno identificato 142 persone. In manette un ultras della Roma ed uno della Lazio. Al vaglio degli investigatori della Digos ci sono comunque 13 fermati. Le accuse contestate, a seconda delle singole posizioni, sono lesioni a pubblico ufficiale e lancio di oggetti contundenti.

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