La rabbia della moglie di Failla: “La liberazione degli ostaggi pagata col sangue di mio marito”

La rabbia della moglie di Failla: “La liberazione degli ostaggi pagata col sangue di mio marito”
5 marzo 2016

Una sofferenza infinita, resa ancora più insopportabile dalle notizie che arrivano dalla Libia. Rosalba Failla, moglie di Salvatore, uno dei due tecnici della Bonatti uccisi in Libia, non ci sta. Suo marito è stato rapito lo scorso luglio insieme a Fausto Piano, Gino Pollicardo e Filippo Calcagno. I primi due sono morti, i secondi sono stati liberati meno di 24 ore dopo. E stanno per tornare in Italia. Perché? Cosa è successo? Di chi è la responsabilità? Per la signora Failla non ci sono dubbi: “Lo Stato italiano ha fallito, la liberazione degli altri due tecnici della Bonatti è stata pagata con il sangue di mio marito e di Fausto Piano”. Parole dure che Rosalba affida all’avvocato Francesco Caroleo Grimaldi. E, oltre alla rabbia, gli affida anche un ultimo appello rivolto al governo: “Se lo Stato non è stato capace di portarmelo vivo, almeno adesso non lo faccia toccare in Libia, non voglio che l’autopsia venga fatta laggiù, stanno trattando Salvatore come carne da macello. Nessuno, fra coloro che stanno esultando per la liberazione degli altri ha avuto il coraggio di telefonarmi. Voglio che il corpo rientri integro e che l’autopsia venga fatta in Italia”.

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