La Regione Siciliana non ha più un euro. Stop ai pagamenti

La Regione Siciliana non ha più un euro. Stop ai pagamenti
10 ottobre 2015

Da ieri sera cassa chiusa alla Regione siciliana, a rischio anche gli stipendi, anche se si tenta di salvare gli emolumenti dei dipendenti. L’obiettivo è di risparmiare subito una cinquantina di milioni di euro. Un blocco della spesa “necessario” a causa del buco di bilancio. Da lunedì comincerà una vera e propria ‘verifica’ dei capitoli di bilancio per vedere dove si possono tagliare i costi. L’obiettivo, come ha detto anche il Governatore Rosario Crocetta, è quello di risparmiare fino a “300 milioni di euro l’anno”. “Ma i soldi per i servizi sociali non verranno toccati”, ha assicurato il governatore. Una tegola che si aggiunge alla circolare che blocca tutti i compensi agli amministratori e ai revisori dei conti di società partecipate della Regione, chiedendo pure la restituzione delle somme già incassate dal 2012 ad oggi.

Come spiegano i deputati M5s all’Ars, “a chiedere lo stop agli emolumenti e il recupero delle somme erogate è la stessa Regione, con una circolare del 21 settembre scorso a firma del ragioniere generale di palazzo d’Orleans, Salvatore Sammartano, indirizzata a società partecipate, enti pubblici istituzionali regionali, dipartimenti, presidente della Regione ed assessori regionali. Tutto ciò in virtù di un parere fornito dal Consiglio di giustizia amministrativa il 5 agosto del 2014, che esprimendosi sull’applicabilità del comma 24 dell’articolo 11 della legge 26 del 2012, ha statuito la gratuità di qualsiasi incarico conferito dalla Regione e dagli enti pubblici non economici sottoposti al controllo e alla vigilanza di questa, inclusa la partecipazione agli organi collegiali, anche non titolari di cariche elettive”. “Questa interpretazione afferma il capogruppo penta stellato Giorgio Ciaccio – rischia di portare alla paralisi un’importante parte dell’amministrazione regionale. Contemporaneamente, però, spinge ad a riflettere come fino od oggi la politica abbia gestito con spregiudicatezza la cosa pubblica, affidando spesso incarichi con compensi esorbitanti a soggetti conniventi. Occorre, quindi cercare di correre ai ripari con soluzioni che contemperino le due opposte situazioni”.

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