La Russia bombarda stazione ucraina: oltre 20 morti tra cui un bambino

La Russia bombarda stazione ucraina: oltre 20 morti tra cui un bambino
25 agosto 2022

Sale a 22 il bilancio dei morti del bombardamento russo sulla stazione ferroviaria di Chaplyne, nella regione di Dnipro, secondo quanto riportato dal ministero della Difesa ucraino su Twitter. Sono almeno 50 i feriti. L’attacco è stato sferrato “direttamente sui vagoni ferroviari”, secondo quanto ha riferito il presidente ucraino Volodymyr Zelensky e quattro vagoni hanno preso fuoco. L’attacco è avvenuto nel giorno della Festa dell’Indipendenza dall’Unione Sovietica e ricorda i bombardamenti missilistici che hanno colpito lo scorso aprile la stazione di Kramatorsk.

“I soccorritori sono al lavoro. Ma, sfortunatamente, il numero dei morti potrebbe aumentare – ha aggiunto Zelensky -. È così che viviamo ogni giorno. È così che la Russia si è preparata per questa riunione del Consiglio di sicurezza dell’Onu”. Dichiarazioni, quelle del presidente ucraino contenute in un video messaggio consegnato alla Nazioni Unite. “La Russia continua a commettere crimini di guerra massicci e vuole alimentare la paura e il terrore” ha detto la premier dell’Estonia Kaja Kallas, commentando l’attacco russo contro una stazione ferroviaria. “Ammiriamo la vostra determinazione e il coraggio e vi accompagniamo fino alla vittoria”, ha poi aggiunto Kallas rivolgendosi al popolo ucraino.

La stazione ferroviaria colpita dai missili russi si trova a Chaplyne, a 100 chilometri a est della città di Zaporizhzhia, e nel bombardamento è rimasto ucciso anche un bambino di 11 anni, stando a quanto scritto su Twitter dal presidente della Rada (il Parlamento ucraino), Ruslan Stefanchuk. “Cos’altro è necessario perché il mondo riconosca questo Paese come terrorista?”, ha aggiunto il politico ucraino riferendosi alla Russia. La tanto temuta provocazione russa, almeno sulla capitale, non c’è stata. Ma una strage si è consumata una strage per un attacco missilistico russo ad una stazione ferroviaria nella regione di Dnipropetrovsk. Il ministro degli esteri ucraino Dmytro Kuleba ha postato le foto del raid russo su Twitter.

Il centro di Kiev, nella giornata dell’anniversario che è coincisa con il sesto mese di guerra, non ha ospitato la tradizionale parata militare, per motivi di sicurezza, perché le autorità hanno vietato gli assembramenti pubblici. Le celebrazioni hanno avuto comunque un significato importante, di cui Zelensky si è fatto portavoce. “Per noi – ha assicurato il presidente in un video-intervento con il monumento per l’indipendenza sullo sfondo – l’Ucraina è l’intera Ucraina, tutte e 25 le regioni, senza concessioni o compromessi. Non importa che esercito abbiate, ciò che conta è la nostra terra e lotteremo per questo fino alla fine”.

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La sfida a Vladimir Putin, quindi, è lanciata, anche per i territori che lo zar ritiene irrinunciabili, come la Crimea e il Donbass. Tanto che a Mosca, secondo il portavoce del consiglio per la sicurezza nazionale della Casa Bianca, John Kirby, si sta lavorando ad una serie di “referendum farsa” non solo nel Donetsk e nel Lugansk ma anche a Kherson, Zaporizhizhia e Kharkiv. Repliche del voto organizzato in Crimea nel 2014, che ne sancì l’annessione alla Russia.

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