La Sicilia boccia M5s, l’interpretazione esoterica di Di Maio

La Sicilia boccia M5s, l’interpretazione esoterica di Di Maio
Luigi Di Maio
30 aprile 2019

La Lega non trasforma le piazze piene in voti ma conquista la sua prima poltrona di sindaco in Sicilia (a Motta Sant’Anastasia). Il Carroccio piazza anche consiglieri in molti comuni dell’isola, sperando ora nella vittoria ai ballottaggi di Gela (Caltanissetta) e Mazara del Vallo (Trapani). Giù, invece, il MoVimento Cinque Stelle che perde anche le città dove ha governato, Bagheria e Gela. A livello di voti, sono lontane le percentuali del 2018 quando a Caltanissetta il M5s superò di poco il 50% (oggi circa 20%) e a Castelvetrano ottenne il doppio dell’attuale 28,5% di consensi.

In casa 5 Stelle, così, si tira un sospiro di sollievo: “Poteva andare peggio” fanno trapelare dai piani alti. Va registrato, inoltre, il risveglio del centrosinistra con un vivo Pd, e un sempre protagonista centrodestra con sempre a galla Forza Italia. E’ il succo delle elezioni amministrative svoltesi in 34 comuni siciliani e che hanno chiamato alle urne quasi mezzo milioni di elettori, facendo registrare un’affluenza del 58,42%. E, intanto, lo scontro tra i due soci di governo approda anche in Sicilia. Il M5s, nel raffronto con l’alleato Lega, raggiunge percentuali di lista più alte nei comuni dove si è votato col maggioritario, rimanendo in corsa nei ballottaggi a Caltanissetta (unico capoluogo di provincia al voto) e Castelvetrano (Trapani). E così se da un lato, Matteo Salvini rivolge un grazie “ai siciliani perché mi hanno e si sono regalati la voglia di cambiamento”, dall’altro fronte del governo, arriva una stoccata dall’alleato pentastellato.

“Dove si corre ad armi pari – argomenta Luigi Di Maio – noi andiamo più forte. Poi quando fanno le ammucchiate li dobbiamo battere provando ad andare al ballottaggio. A Caltanissetta ci siamo riusciti”. Insomma, la zuffa “gialloverde” tiene banco anche dopo lo spoglio nell’Isola. In scena anche uno scontro tutto interno ai 5stelle. Tutto nasce dalla sconfitta dei grillini a Bagheria, grosso comune del Palermitano dove l’elettorato ha bocciato l’amministrazione pentastellata guidata da Patrizio Cinque, eleggendo un nuovo sindaco di centrosinistra. Una batosta che Di Maio non intende accollarsi perché Patrizio Cinque s’era sospeso dal Movimento nel corso del suo mandato, quindi – a detta del capo politico pentastellato – non avendo più l’ex sindaco i galloni 5stelle, il M5s non ha subito nessuna sconfitta. Una giustificazione dal sapore esoterico e che fa saltare in aria pezzi del M5s.

“Non condivido affatto le parole di Luigi Di Maio – scrive su Facebook il deputato regionale siciliano M5S Luigi Sunseri – Durante una diretta, ha affermato: ‘Bagheria non è governata più dal Movimento da anni’. Il sindaco Patrizio Cinque si è autosospeso, ma consiglieri e assessori hanno rappresentato (benissimo tra l’altro) il Movimento 5 Stelle per 5 lunghi anni”. Come dire, sconfitta meritata. Di certo, la Sicilia s’è manifestata ancora una volta un interessante laboratorio politico. Ai siciliani, piace, là dove è stato sperimentato, per esempio, “il patto civico” tra pezzi di centrodestra e centrosinistra, che vedono in questa nuova alleanza un’opportunità per frenare l’ascesa dei sovranisti e togliere consensi ai pentastellati.

E’ il caso di Gela, dove sarà sfida tra l’anomala Fi-Pd a sostegno di Cristoforo Greco, in vantaggio con il 36,28%; e la compagine Lega, Udc, FdI e una lista civica che appoggia Giuseppe Spata, che ha ottenuto il 30,57%. Nel grosso centro nisseno, il M5s, che 5 anni fa ha fatto eleggere il suo sindaco, questa volta con Simone Morgata si è dovuto fermare al 15,5%, al quarto posto. Come va anche evidenziata la corsa in solitaria senza successo della Lega a Caltanissetta, stroncando la vittoria al candidato del centrodestra. Il 12 maggio si andrà al ballottaggio a Caltanissetta, Gela, Castelvetrano, Mazara del Vallo e Monreale.

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