La Sicilia prima in Italia in aree demaniali

21 febbraio 2014

In questi anni abbiamo assistito a frane, alluvioni, esondazioni che hanno spazzato via pezzi di territorio, case, beni culturali, molto spesso anche vite umane. Ma, come se nulla fosse, si continua a costruire illegalmente e a cercare di salvare le case abusive dalle demolizioni. Nel 2013, secondo la stima del Cresme, in barba alla crisi economica che ha colpito duramente il settore edile, sarebbero stati costruiti 26mila immobili illegali, tra ampliamenti e nuove costruzioni: oltre il 13% del totale delle nuove costruzioni. Significa che grosso modo una nuova casa su dieci di quelle sorte nell’ultimo anno è fuorilegge. L’abusivismo edilizio, segnala Legambiente, oltre a sfregiare il paesaggio, “alimenta una vera e propria filiera del cemento illegale (dalle cave, agli impianti di calcestruzzo, fino alle imprese edili), quindi a prezzo ridotto per il committente”. Tutto ciò “è pagato in nero – i materiali, la manodopera, zero spese alla voce sicurezza del cantiere – e arricchisce in molti territori le casse dei clan”. Nel settore, però, “è molto forte anche la connivenza delle pubbliche amministrazioni con la criminalità organizzata”. L’analisi dei decreti di scioglimento delle amministrazioni locali condizionate dalla mafia “restituisce un dato inequivocabile – denuncia ancora Legambiente – l’81% dei Comuni sciolti in Campania dal 1991 a oggi, vede tra le motivazioni un diffuso abusivismo edilizio, casi ripetuti di speculazione immobiliare, pratiche di demolizione inevase”.

“Proprio la Campania, con i suoi 175mila immobili abusivi, è la regione che vanta il primato nazionale per numero di reati legati al ciclo del cemento illegale nel 2012, con 875 infrazioni accertate dalle Forze dell’ordine nel 2012, il 13,9% del totale nazionale”, sottolinea Legambiente. Napoli è la prima provincia d’Italia, con 305 infrazioni accertate (il 4,8% del totale nazionale), seguita da Salerno, con 267 (il 4,2%). E’ la Sicilia, invece, a guidare la classifica 2013 dell’abusivismo edilizio nelle aree demaniali costiere, con 476 illeciti, 725 persone denunciate e 286 sequestri. Nella regione, ci sono sempre state enormi difficoltà ad applicare la legge che prevede l’acquisizione e la successiva demolizione degli immobili: sono ancora in piedi le circa 5mila case costruite sulla spiagge di Castelvetrano-Selinunte e di Campobello di Mazara (solo una piccola parte delle circa 50mila stimate su tutte le coste siciliane), le 560 case nella zona di massima tutela della Valle dei Templi, le oltre 400 della Riserva della Foce del Simeto a Catania, i circa 360 immobili di Pizzo Sella, la famigerata “collina del disonore” a Palermo, 300 dei quali sono scheletri.

Segui ilfogliettone.it su facebook
© RIPRODUZIONE RISERVATA
Se avete correzioni, suggerimenti o commenti scrivete a redazione@ilfogliettone.it


Commenti