La tela di Silvio per rilanciare Forza Italia all’opposizione

La tela di Silvio per rilanciare Forza Italia all’opposizione
11 febbraio 2015

di Carlantonio Solimene

Dopo Salvini tocca alla Meloni. Ieri, in gran segreto, Silvio Berlusconi ha incontrato la leader di Fratelli d’Italia-Alleanza Nazionale per confrontarsi sulle prossime Regionali e sull’atteggiamento da tenere in Aula nei confronti del governo Renzi. Sostanziale accordo sul secondo punto, anche se Giorgia Meloni si è mostrata desiderosa di capire fino in fondo se l’annunciata “opposizione a 360°” promessa dal capogruppo di FI alla Camera Renato Brunetta si tradurrà dalle parole ai fatti. In quanto alle prossime elezioni Regionali, invece, la trattativa andrà ancora avanti nei prossimi giorni soprattutto sul versante toscano. Nella regione del premier, quella che nell’immaginario comune è diventata il simbolo del patto del Nazareno tra Renzi e Verdini, la leader di Fdi-An avrebbe spinto affinché tutto il centrodestra possa ritrovarsi dietro la candidatura di Giovanni Donzelli, attualmente consigliere regionale, tra i fondatori del partito e fedelissimo della stessa Giorgia Meloni.

LE REGIONALI Ed è proprio sulle candidature alle Regionali che Berlusconi sta giocando la partita più delicata per l’immediato futuro del malconcio centrodestra. Nei progetti dell’ex Cavaliere, infatti, c’è una sorta di riedizione di quello che fu lo schema vincente del 1994, quando la sua carriera politica era agli albori. All’epoca Berlusconi riuscì a far convivere il secessionista Bossi con il nazionalista Fini, siglando con il primo un accordo al Nord e con il secondo un’intesa al Centro-Sud. Stavolta l’operazione sembra assai più complessa, perché i protagonisti, fatta eccezione per il leader azzurro, sono cambiati. Così come i rapporti di forza. Se all’epoca Berlusconi poteva sedersi al tavolo da dominatore della scena, stavolta è invece costretto a negoziare da una posizione di debolezza. A rivestire i panni del leader in ascesa è, infatti, un Matteo Salvini che con l’altro perno dell’ipotetica coalizione, Angelino Alfano, non vuole neanche farsi vedere in foto. E così, dopo aver imposto la ricandidatura di Zaia in Veneto ed essersi imputato su quella di Edoardo Rixi in Liguria, il leader del Carroccio ha messo il veto sulla partecipazione dell’Ncd alla coalizione. O, per lo meno, sulla presenza del simbolo sulla scheda, al punto che gli alfaniani starebbero ragionando, specie nel Veneto, sulla creazione di una lista civica che aggiri i malumori dei lumbard.

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IL SUD La situazione è diversa al Sud, dove Salvini, al di là dei buoni propositi, non si è ancora radicato e il Nuovo Centrodestra ha un seguito non trascurabile. Bisogna, cioè, evitare che si ripeta un caso Calabria, con i centristi a sottrarre voti prezioni alla coalizione moderata. Alla fine probabilmente Forza Italia e alfaniani si ritroveranno insieme a sostenere la ricandidatura di Stefano Caldoro in Campania e la sfida a Emiliano di Francesco Schittulli in Puglia. Altro nodo da sciogliere sarà il malumore che serpeggia tra le file azzurre dopo la svolta «salviniana» dell’ex premier. Sono in molti a temere che in questo modo Forza Italia rischi di portare altra acqua al mulino del Carroccio. Il tema sarà probabilmente affrontato nella riunione con i Gruppi Parlamentari che è stata convocata per oggi alle 14 nell’auletta dei Gruppi a Montecitorio. A salire sulle barricate sono ancora una volta i fittiani, che denunciano una linea ambigua sulle riforme nonostante i proclama battaglieri degli ultimi giorni. Un chiaro sintomo di come il sereno, dalle parti di piazza San Lorenzo in Lucina, sia ancora ben al di là dal venire.

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