L’allarme della Cisl Sicilia: politica inadeguata e rissosa, qui salta tutto

L’allarme della Cisl Sicilia: politica inadeguata e rissosa, qui salta tutto
12 aprile 2016

Che fine ha fatto l’accordo Stato-Regione che dovrebbe portare alle casse dell’Isola i 500 milioni necessari a far quadrare i conti? A chiederselo e’ la Cisl per la quale “questa storia e’ diventata una tela di Penelope. Ma se quell’accordo non si firma, in Sicilia il coperchio della pentola salta”. Le altre Regioni a Statuto speciale l’intesa con lo Stato l’hanno fatta, informa il sindacato. La Sicilia no. “Qui, siamo di fronte a risse politiche infinite e a verifiche tecniche che non portano da nessuna parte”. Ma cosi’ si avvicina la minaccia assai seria che la Sicilia si fermi, a cominciare dal fronte degli enti locali, afferma Mimmo Milazzo, segretario generale regionale. Sulle autonomie locali gia’ grava la spada di Damocle dell’impasse dei Liberi consorzi per i quali i 50 milioni annunciati sono solo “una minirisposta rispetto al fabbisogno per i servizi”. E che il sistema-Regione sia appeso a un “fragilissimo filo”, per la Cisl lo riprova il rischio default dei Comuni. “Non solo per i noti problemi – avverte il sindacato – e per i vincoli delle nuove normative di bilancio. Anche perche’ sui Comuni ricadranno ben 185 milioni di infrazioni alle direttive Ue, in tema di rifiuti”.

Cosi’ la Sicilia, a cui gli Ato hanno lasciato in eredita’ quasi due miliardi di debito, andra’ in corto circuito certo, denuncia la Cisl. Di questi temi il sindacato ha parlato stamani a Palermo nel corso di un’assise che ha riunito i vertici delle cinque Unioni provinciali e delle diciotto federazioni regionali. Ne e’ venuto fuori un “atto d’accusa – si legge in una nota – nei confronti di una classe politica che non e’ all’altezza, e di un governo che mostra ogni giorno assenza di visione e strategia”. In una Sicilia che manca di politica industriale. Che si muove a naso nel campo delle politiche per il turismo e l’agroalimentare. Nella quale settori come i call center e la formazione sono stati cancellati dall’agenda di governo. E dove “persino una delle poche cose buone fatte, la centrale unica degli acquisti, non prende ancora forma: dopo un anno e mezzo dall’istituzione per legge, stanno ancora cercando un manager all’altezza”. Da qui le ragioni della manifestazione regionale di protesta annunciata, assieme a Cgil e Uil, per il prossimo 7 maggio, ricorda il sindacato che nei prossimi giorni terra’ assemblee nei Comuni e nei luoghi di lavoro. La decisione e’ stata assunta dall’assise “in vista della manifestazione di Palermo”.

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