L’ambientalista Zuzana Caputova verso la presidenza, disfatta dei sovranisti

L’ambientalista Zuzana Caputova verso la presidenza, disfatta dei sovranisti
Zuzana Caputova
17 marzo 2019

Il primo turno delle elezioni presidenziali in Slovacchia e’ stato segnato dalla disfatta dei movimenti sovranisti: a uscire vincitrice e’ stata l’ambientalista Zuzana Caputova, in prima linea contro la corruzione, che con il 40,55% ha lasciato poco margine al suo concorrente, appoggiato dal governo, Maros Sefcovic che si e’ fermato al 18,66%. Caputova e’ sulla buona strada per diventare la prima presidente donna del Paese. Il messaggio che arriva dalle urne e’ molto chiaro: oltre alla pesante astensione (ha votato il 48,74%) l’elettorato ha evitato l’establishment politico, probabilmente condizionato anche dallo scioccante omicidio dello scorso anno del giornalista investigativo, Jan Kuciak, che lavorava su casi di corruzione.

Finisce quindi la corsa alla presidenza per i partiti anti-migranti, che pure hanno intercettato nel totale il 25% dei voti: il giudice della Corte suprema, Stefan Harabin, sovranista fortemente critico nei confronti dell’Ue, e il parlamentare di estrema destra, Marian Kotleba, ostile nei confronti della minoranza rom, non hanno convinto abbastanza e sono stati esclusi dal ballottaggio. “La Slovacchia e’ sulla buona strada”, ha detto il presidente uscente, Andrej Kiska, un milionario liberale che ha sostenuto Caputova. “E’ esattamente la persona che puo’ far uscire la Slovacchia dalla crisi”, ha spiegato in un video messaggio su Facebook dopo la pubblicazione dei risultati. In vista del ballottaggio, in programma il prossimo 30 marzo, Caputova ha annunciato che cerchera’ di “rivolgersi agli elettori i cui candidati non sono arrivati al secondo turno”. Allo stato attuale i sondaggi confermano: il 64% e’ a suo favore, Sefcovic arriverebbe al 36%. “I voti che mi hanno dato sono una richiesta di cambiamento”, ha commentato la 45enne avvocatessa di “Slovacchia progressiva”. Le sue politiche sono apertamente liberali volte alla tutela dei diritti dei gay e delle minoranze.

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