Pd, le correnti lavorano al dopo-Renzi

Pd, le correnti lavorano al dopo-Renzi
3 luglio 2016

di Daniele Di Mario

renziMatteo Renzi ostenta tranquillità. Certo, è pensieroso per gli effetti della Brexit, punta a far valere in Europa le posizioni dell’Italia. Ma sul fronte interno il presidente del Consiglio non sembra particolarmente preoccupato dal risultato fallimentare delle elezioni amministrative e dai mal di pancia all’interno del Pd sull’Italicum e sull’esito più che mai incerto del referendum costituzionale di ottobre. Anzi. Renzi rilancia un tweet dell’intervista rilasciata al Corriere della Sera dal ministro delle Infrastrutture Graziano Delrio: “L’Italicum è un’ottima legge che garantisce governabilità”. Un chiaro messaggio alla minoranza Dem e a quanti, anche nel fronte renziano e tra i partiti che sostengono la maggioranza di governo, stanno spingendo, soprattutto alla luce dei risultati delle elezioni comunali, per modificare la legge elettorale.

L’Italicum sarà in ogni caso un tema caldo della Direzione nazionale inizialmente convocata venerdì scorso per fare il punto sulle amministrative e rinviata a causa del voto britannico sulla Brexit. La Direzione si terrà lunedì pomeriggio al Nazareno, ma il passare dei giorni non ha stemperato il clima da ennesima resa dei conti che si respira all’interno del Pd. Ma se in altre circostanze – come ad esempio su Jobs Act e Buona Scuola – l’opposizione interna era isolata, questa volta Bersani, Cuperlo, Speranza & Co. sembrano poter contare su più d’una sponta tra le correnti che sostengono Renzi. La minoranza chiede un dibattito serio su Italicum, alleanze, linea politica del partito e del governo. L’obiettivo è convincere Renzi a un cambio di rotta, riportando il Pd nel campo del centrosinistra e dandogli una vocazione più sociale e meno “borghese”, anche modificando la strategia del governo.

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Il timore che l’onda lunga della debacle amministrativa possa abbattersi sul referendum e portare alla vittoria dei no è però ben presente anche nelle altre correnti Dem. Draio Franceschini e la sua AreaDem si sono rimessi in movimento e probabilmente a settembre potrebbe esseri una rinione di corrente nella solita Cortona. Anche i Giovani Turchi hanno avviato le grandi manovre, con Andrea Orlando e Matteo Orfini attivissimi. I popolari di Giuseppe Fioroni invece si raduneranno a Orvieto venerdì e sabato prossimi. Prove tecniche di posizionamento, un modo per serrare i ranghi in vista di ciò che accadrà a ottobre: il 5 la Consulta dovrebbe pronunciarsi sull’Italicum; il governo dovrà varare la legge di stabilità; in piena sessione di bilancio dovrebbe tenersi il referendum sul Ddl Boschi a meno che non si decida di posticiparlo, ipotesi esclusa però da Renzi. Il tutto con Sergio Mattarella che dal Quirinale per ora osserva ma prepara l’unità di crisi in caso di vittoria dei no.

Prima però c’è la direzione di lunedì. Alla quale il Pd arriva in fibrillazione. Un sondaggio Demos per la Repubblica certifica il sorpasso del MoVimento 5 Stelle: è la terza rilevazione sfavorevole ai Dem dal 19 giugno a oggi. Il fronte anti-Renzi prosegue nella sua offensiva, con l’ultimo duro affondo di Enrico Letta. E anche i movimento nella maggioranza Dem attorno ai franceschiniani sono rivelatori di una preoccupazione latente per il referendum. Renzi si prepara a forzare l’accerchiamento già dalla Direzione di lunedì dove alla minoranza Pd farà presente quanto pesano le divisioni interne al partito, le continue prese di distanza dai provvedimenti del governo. E soprattutto si inizierà a entrare nel vivo della campagna referendaria.

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Il referendum costituzionale resta la priorità per Renzi. Il premier è “pronto al tutto per tutto” per la vittoria dei sì. Poi, solo dopo il referendum, si potrà discutere se e come cambiare la legge elettorale e si faranno anche i conti con la minoranza interna. Ma a quel punto si dovrà tener presente il parere della Consulta sulla legge elettorale. Dagl ultimi sondaggi arrivati a palazzo Chigi circa il 60% degli italiani non è informato sulla riforma costituzionale. È quello il target da raggiungere. Renzi ci proverà in prima persona, girando l’Italia e si sta pensando anche una serie di incontri mirati con la categorie professionali e le associazioni. “Pure con la Coldiretti”. Confindustria ha dato già il suo contributo. “Lì era più facile, i rapporti sono buoni”, si osserva.

Quanto al capitolo Italicum, il no dei grillini a ogni modifica viene letto come un assist per Renzi. “Così è evidente che non c’è una maggioranza in Parlamento per cambiare la legge elettorale. Se avessero detto di essere disponibili, sarebbe stato un bel problema…”. Forte di questo, Renzi in Direzione dovrebbe sfidare i detrattori dell’Italicum a trovare una maggioranza in Parlamento per le modifiche. È una legge ordinaria, basta avere i numeri per cambiarla. Ma senza M5S e la maggioranza del Pd, ipotizzare modifiche non è semplice. Quanto al partito, entro la fine di luglio quando ci sarà anche l’Assemblea nazionale, potrebbe essere nominata una nuova segreteria. Mentre già lunedì in Direzione dovrebbero essere fatti diversi commissariamenti da Grosseto, al Veneto, alla Sardegna. Per la minoranza dem il sondaggio sul sorpasso 5 Stelle è l’occasione per rinnovare le critiche a Renzi e all’azione di governo. Dice Roberto Speranza: “Spero che lunedì alla Direzione si possa fare una discussione all’altezza della fase che abbiamo di fronte a noi. Veniamo da una sconfitta molto dura, molto pesante, e i dati dell’indagine confermano le nostre preoccupazioni”.

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L’opposizione interna continua a spingere per un cambio di rotta nell’agenda di governo. “Per ripartire, bisogna puntare sulla questione sociale, recuperare i voti delle periferie e di chi non percepisce alcuna ripresa, riagganciare quei pezzi di elettorato, nel mondo della scuola e in quello del lavoro, con cui si è creata un frattura profonda”, dice Speranza. Anche da pezzi della maggioranza Pd arrivano sollecitazioni simili. “Non si può certo dire che come Pd e come governo non abbiamo fatto nulla, a partire dalla Legge contro la Povertà, la prima mai fatta. Ma non è abbastanza. Come “Sinistra è Cambiamento” abbiamo posto per primi il tema di una nuova Agenda Sociale per l’Italia”, dice Matteo Mauri, area Martina. Stesso imput dai Giovani Turchi, che si sono riuniti l’altra sera, mentre continuano le voci su una possibile candidatura al congresso del leader della componente, Andrea Orlando. Mentre si attende ancora l’ufficializzazione di quella di Roberto Speranza per i bersaniani. “Non sono per niente convinti di candidarlo…”, dicono nella maggioranza renziana secondo cui sarebbero in corso casting per trovare un candidato più forte. Tra i nomi che circolano, si riferisce, ci sarebbe quello della ex-vicesindaco di Giuliano Pisapia, Francesca Balzani.

 

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