Batosta anche in Assia, l’era Merkel volge al capolinea

29 ottobre 2018

In Germania l’era Merkel volge al capolinea: dopo le sconfitte in Baviera a meta’ ottobre e in Assia domenica, la cancelliera tedesca ha annunciato che non si ricandidera’ alla guida della Cdu, a dicembre, e al Bundestag nel 2021, di fatto preannunciando il ritiro dalla politica quando il suo governo cadra’ o terminera’ il mandato. “Come cancelliera ho la responsabilita’ di tutto, per quello che riesce e per quello che non riesce”, ha spiegato in una dichiarazione alla stampa, “e’ giunto il momento di aprire un nuovo capitolo: non mi ricandidero’ come presidente della Cdu, questo quarto mandato e’ l’ultimo come cancelliera, non mi ricandidero’ al Bundestag nel 2021 e non voglio altri incarichi politici”. In questo senso ha escluso anche di voler ricoprire ruoli politici in Europa.

La decisione, maturata gia’ prima dell’estate, e’ stata anticipata al direttivo del suo partito nella Konrad Adenauer Haus di Berlino con i dirigenti che le hanno tributato una ‘standing ovation’. “E’ chiaro che cosi’ non si puo’ andare avanti, l’immagine del governo e’ inaccettabile”, ha aggiunto la 64enne leader della Cdu. “Questo ha ragioni piu’ profonde che problemi di comunicazione”, ha aggiunto denunciando una mancanza di “cultura del lavoro”. La Merkel e’ presidente dalla Cdu dal 2000 e dal 2005 e’ cancelliera, incarico con cui ha guidato quattro governi. L’annuncio ha causato una breve perdita di valore dell’euro e rischia di minare ulteriormente l’autorita’ della cancelliera, reduce dalle batoste elettorali in Baviera, dove la ‘gemella’ Csu ha avuto un tracollo di consensi, e di domenica scorsa in Assia dove i cristiano-democratici hanno perso l’11% di voti scendendo al 27,2%.

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 La cancelliera che ha guidato la Germania e la stessa Ue nella crisi dell’eurozona e nell’emergenza migranti, diventando la piu’ potente donna d’Europa, ha di fatto aperto un ricambio generazionale che dovra’ emergere dal congresso di Amburgo, a inizio dicembre. In pista per la successione alla guida della Cdu ci sono la segretaria generale, Anngret Kramp-Karrenbauer, la ‘protetta’ della Merkel, l’ex capogruppo Friedrich Merz, e il ministro della Salute, Jens Spahn, molto critico vero l’attuale linea politica. Il vero dilemma per la Cdu e’ se proseguire lungo la strada tracciata dalla Merkel di un riformismo poco conservatore che secondo i suoi critici ha favorito l’ascesa dell’estrema destra di Alternative fur Deutschland (Afd), ormai presente nei parlamenti di tutti e 16 i land tedeschi.

La linea morbida sui migranti (con la decisione di aprire nell’estate del 2015 le frontiere tedesche a quasi un milione di profughi da Siria, Afghanistan e Iraq), l’addio graduale all’energia nucleare, l’abolizione del servizio militare obbligatorio e il suo via libera ai matrimoni tra coppie dello stesso sesso sono stati mal digeriti dall’ala destra del partito e dalla Csu bavarese, tradizionalmente piu’ conservatrice. Nell’Assia, malgrado il peggior risultato dal 1996 la Cdu potrebbe restare al governo in una riedizione dell’alleanza con i Verdi (magari allargata ai liberali altrimenti avrebbe un solo voto di margine) ma i Gruenen non hanno escluso una coalizione “semaforo” rosso-giallo-verde senza la Cdu nel Land di Francoforte.

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