L’Europa si sveglia (forse), Dombrovskis: spese per coronavirus fuori da deficit strutturale

L’Europa si sveglia (forse), Dombrovskis: spese per coronavirus fuori da deficit strutturale
Valdis Dombrovskis
13 marzo 2020

“Siamo pronti a prendere tutte le misure necessarie, a usare tutta la flessibilità prevista dal Patto di stabilità per permettere agli Stati membri di rispondere efficacemente alla crisi” del coronavirus sta causando all’economia europea, e questo include l’esclusione dal calcolo del deficit strutturale di tutte le spese necessarie per le misure volte a contenere l’epidemia, e a compensare le perdite dovute a quelle stesse misure. “Questo sarà il nostro approccio generale alla risposta degli Stati membri alla crisi e alle loro specifiche richieste”. Lo ha detto oggi il vicepresidente della Commissione Ue responsabile per l’euro, Valdis Dombrovskis, annunciando che l’Esecutivo comunitario ha presentato la comunicazione con le misure decise per aiutare gli Stati membri a fronteggiare la crisi economica causata dall’epidemia di coronavirus.

“Quando valutiamo la risposta alla crisi da parte degli Stati membri – ha spiegato Dombrovkis -, è importante capire che attualmente abbiamo a che fare con uno shock improvviso ma, speriamo, temporaneo per l’economia. Gli Stati membri devono dare una risposta che richiederà di spendere somme importanti; ma si tratterà di una spesa che per sua natura è ‘una tantum’, e come tale può essere esclusa dal calcolo del deficit nel bilancio strutturale” del paese interessato. “Ovviamente – ha precisato il vicepresidente della Commissione – dobbiamo andare a vedere l’ammontare esatto delle spese, ma questo è l’orientamento chiaro”. Inoltre, ha continuato Dombrovskis, “abbiamo come Commissione la possibilità di usare un margine di discrezionalità nello stabilire lo sforzo di bilancio richiesto agli Stati membri, e questo si riflette nella comunicazione di oggi”.

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“E poi – ha concluso – abbiamo una clausola generale di salvaguardia nel caso in cui ci sia una severa crisi nell’Ue. Oggi diciamo che siamo disposti a utilizzare tutti questi strumenti a disposizione, che consentano agli Stati membri di rispondere efficacemente alla crisi” causata dall’epidemia. “La flessibilità – aveva osservato in precedenza Dombriskis – permetterà ai paesi membri di attuare le misure urgenti per contenere l’epidemia e mitigare il suo impatto sociale ed economico”. Innanzitutto, “la clausola delle circostanze eccezionali può consentire le spese eccezionali necessarie a contenere il coronavirus. Questo include le spese sanitarie e quelle per aiutare le imprese e i lavoratori”. Più in dettaglio, ha spiegato il vicepresidente della Commissione, “i paesi possono attuare misure di contenimento immediato per fornire equipaggiamento medico, o per aumentare la capacità degli ospedali, misure di protezione civile e campagne informative. La spesa può anche essere diretta a sostenere i lavoratori dipendenti e i lavoratori autonomi, nonché le imprese più colpite, incluse le Pmi in settori come il turismo, i trasporti, l’aviazione civile, il commercio al dettaglio e il catering”.

Inoltre, “la Commissione è pronta ad attivare la clausola generale di salvaguardia per consentire una politica di bilancio generalmente più espansiva. Questa clausola – ha continuato Dombrovskis – permette, in accordo con il Consiglio Ue, di sospendere il percorso di aggiustamento raccomandato dal Consiglio stesso nel caso in cui si verifichi una severa recessione nell’Eurozona o nell’Ue nel suo complesso”. In più, ha annunciato il vicepresidente della Commissione, “per aiutare le imprese colpite metteremo a disposizione un miliardo di euro di garanzie dal bilancio Ue, per fornire fino a 8 miliardi di euro di liquidità per almeno 100.000 piccole e medie aziende”. Le imprese, inoltre, ha concluso, “potranno ritardare le scadenze di pagamento dei prestiti già esistenti”. askanews

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