Libia nel caos, tre governi rivali per un unico Paese. Onu condanna tentato golpe a Gna

Libia nel caos, tre governi rivali per un unico Paese. Onu condanna tentato golpe a Gna
15 ottobre 2016

In Libia, il Governo di Accordo Nazionale (GNA) voluto dall’Onu ha subito una nuova battuta d’arresto dopo che un suo rivale politico, il governo islamista nato dal Congresso nazionale, con un colpo di mano ha preso sotto il suo controllo uffici chiave nella capitale proclamando il ripristino della precedente amministrazione. Una battuta d’arresto che segue quella dello scorso mese quando le forze del generale Khalifah Haftar, fedeli ad un altro parlamento, quello laico di Tobruk hanno preso il controllo di tutti i terminal petroliferi nella parte orientale del Paese. L’inviato speciale per la Libia delle Nazioni Unite ha condannato l’ultima sfida all’autorità del GNA avvertendo che il golpe avrebbe seminato “ulteriore disordine e insicurezza”. Il GNA rappresenta il fulcro delle speranze dell’occidente per arginare un aumento del fenomeno jihadista nella nazione nordafricana e per fermare il traffico di esseri umani in tutto il Mediterraneo. Guidato dal premier designato Faez al-Sarraj, il GNA è stato voluto dall’Onu per sostituire due amministrazioni rivali, la prima islamista a Tripoli e la seconda laica nella zona est del Paese. Ma durante la notte di venerdì, il capo del precedente governo voluto dagli islamisti di Tripoli, Khalifa Ghweil, ha proclamato la reintegrazione della sua amministrazione presso gli uffici della sede chiave del GNA. Una mossa che ha aggiunto ulteriore confusione nel ricco Paese petrolifero, già lacerato da lotte di potere tra una miriade di milizie che spesso cambiano fedeltà. Oggi la capitale è apparsa calma anche se con alcuni segni di un’insolita presenza militare.

Da parte sua, Ghweil, non ha mai accettato la legittimità del governo sostenuto dalle Nazioni Unite, che ha preso il controllo della gestione a Tripoli nel mese di aprile. Ma la sua posizione è stata fortemente indebolita dalla perdita di sostegno delle milizie nella capitale dopo l’accordo voluto dal Palazzo di Vetro. Ghweil è stato oggetto a sanzioni internazionali, rinnovati dall’Unione europea solo il mese scorso. In un messaggio trasmesso in tv, Ghweil ha dichiarato che tutti i membri della GNA “sono stati sospesi dalle loro funzioni”. A sua volta il GNA ha risposto con una dichiarazione che minaccia di arrestare “quei politici che tentano di creare istituzioni parallele e destabilizzare la capitale” condannando “gli sforzi per sabotare l’accordo politico” mediato dalle Nazioni Unite lo scorso dicembre. Oggi, l’inviato dell’Onu Martin Kobler ha espresso il suo “forte sostegno” per il governo di al Sarraj definendolo “l’unica autorità legittima” come stabilito dall’accordo mediato dall’Onu che era stato siglato nel mese di dicembre da parte di parlamentari di entrambe le parti. Il caos persistente sta ostacolando gli sforzi occidentali per combattere la presenza jihadista nel Paese nordafricano, diventato il trampolino di lancio di attacchi mortali contro turisti nella vicina Tunisia. L’Assemblea dei deputati eletta nel 2012 e basata nella Libia orientale, forte di un esercito ben armato guidato dal controverso generale Khalifa Belqasim Haftar, si rifiuta di cedere il potere. Questa Assemblea ha nominato un’amministrazione a est del Paese e non ha formalmente approvato il GNA: tuttavia, lo scorso febbraio la maggioranza dei suoi membri ha rilasciato una dichiarazione in cui esprime sostegno al governo voluto dall’Onu. Molti deputati hanno detto che erano stati costretti a non votare la fiducia al GNA. La seconda Assemblea che si fa chiamare “Congresso Nazionale”, eletta nel 2014 è invece dominata da islamisti ha nominato un governo a Tripoli. La lotta per il potere è degenerata in un conflitto armato lo scorso mese, quando le forze di Haftar hanno preso sotto il loro controllo tutti e quattro principali porti per l’esportazione del greggio nella parte orientale della Libia. A decretare il caos, è stato invece il golpe di ieri notte intrapreso dagli islamisti a Tripoli.

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