Firme false M5s, inarrestabile tsunami. Indagati sabato dai Pm, sospetti anche sulle Regionali

Firme false M5s, inarrestabile tsunami. Indagati sabato dai Pm, sospetti anche sulle Regionali
24 novembre 2016

Si comincia sabato con l’audizione di Samantha Busalacchi, l’ex assistente parlamentare del M5s all’Assemblea regionale siciliana, silurata ieri perche’ coinvolta nello scandalo delle firme false. A seguire davanti ai Pm andra’ Alice Pantaleone, un’attivista che avrebbe partecipato anche lei alla ricopiatura delle sottoscrizioni a sostegno della lista grillina alle comunali di Palermo del 2012. Il primo passaggio degli interrogatori fissati dal procuratore aggiunto Bernardo Petralia e dal sostituto Claudia Ferrari sara’ questo, a seguire, la prossima settimana, verranno ascoltati gli altri indagati, parlamentari nazionali come Riccardo Nuti e Claudia Mannino, deputati regionali come Claudia La Rocca e Giorgio Ciaccio, da tempo autosospesisi dal movimento, attivisti ed ex candidati al Consiglio comunale come Stefano Paradiso, detto Alessio, e Giuseppe Ippolito, l’avvocato Francesco Menallo, considerato il consigliere giuridico dei Cinque stelle, e infine il cancelliere Giovanni Scarpello, che avrebbe dovuto accertare la regolarita’ e soprattutto la “titolarita’” delle firme degli apparenti sottoscrittori.

Secondo l’accusa, che ipotizza la violazione di un testo unico in materia elettorale del 1960 (numero 570), per rimediare a un errore formale, che avrebbe potuto inficiare la regolare presentazione della lista, i militanti e i candidati alle comunali avrebbero ricopiato circa 1200 firme, 400 delle quali sono state disconosciute, negli uffici della Digos, dagli apparenti sottoscrittori. Ci sarebbero stati anche casi di riproduzioni di firme da un elenco stilato per appoggiare il referendum sull’acqua pubblica del 2011 e “riciclato” per le comunali dell’anno successivo. Intanto, dopo la ‘firmopoli’ per le amministrative di Palermo del 2012, “esiste il fondato sospetto che anche la presentazione delle liste per le elezioni regionali dello stesso anno siano state inquinate da falsificazioni”. Cosi’ Carmelo Miceli, segretario provinciale del Partito democratico di Palermo, avvocato col pallino delle investigazioni, che da tempo si e’ preso la briga di accertare e verificare le firme in calce alle liste e ai documenti del Movimento 5 stelle, contattando anche alcuni dei presunti sottoscrittori. E annuncia una richiesta di accesso agli atti per le liste presentate dal M5s alle Regionali e alle Politiche, “cosi’ da verificarne regolarita’ e originalita’ di tutta la documentazione a corredo”.

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LA SCOPERTA L’esponente dem spiega che sul motore di ricerca Google la frase: ‘curriculum vitae Loredana Lupo’, come primo risultato compare il seguente link: ‘http://www.sicilia5stelle.it/regionali2012/candidati/palermo/L UPO_LOREDANA_PA.pdf”. Cliccando, “e’ possibile scaricare la documentazione presentata dall’onorevole Loredana Lupo per la candidatura a deputato regionale nella lista del Movimento 5 Stelle. Le prime cinque pagine – prosegue – sono il curriculum vitae, poi la ‘dichiarazione di autocertificazione e, a seguire, altri documenti. Chiunque vi accedera’ potra’ riscontrare che, a pie’ di pagina di ognuno di tali documenti, tranne nel certificato dei carichi pendenti e in quello del casellario giudiziario, figurano le firme dell’onorevole Lupo”. “Una semplice analisi di queste ultime – continua Miceli – fa emergere una discrepanza piuttosto evidente. La firma apposta in calce alla dichiarazione di autocertificazione risulta essere palesemente diversa da tutte le altre. Molto meno armonica e ‘femminile’ e con una discrasia evidente. Nello specifico – sottolinea – basta confrontare lo stile di scrittura delle lettere di tali firme per comprendere che si tratta di grafia diversa”. Ad esempio, analizzando e confrontando la vocale ‘o’ del cognome Lupo si evince facilmente che quella della firma originale si conclude sempre con un tratto che parte dal basso e va verso l’alto, mentre quella presente nell’autocertificazione, al contrario, parte dall’alto e chiude verso il basso. Tale elemento, dunque – aggiunge l’esponente dem -, dimostra l’esistenza di una diversita’ tra le c.d. ‘via d’uscita’ di tali firme, tale da legittimare il sospetto che non siano apposte dalla stessa persona. E se cio’ fosse confermato saremmo dinanzi a un caso di firme false anche per le regionali del 2012″. Questi elementi, ragiona Miceli, uniti a quelli gia’ emersi in relazione alla lista presentata dal Movimento 5 Stelle alle amministrative 2012 di Palermo, “ci obbligano a verificare se anche per le elezioni regionali del 2012 e le successive nazionali del 2013 (competizioni dove il Movimento 5 Stelle ha avuto diversi eletti) le liste del Movimento siano state depositate con uno o piu’ documenti falsi che, ove accertati tali, ne avrebbero dovuto determinare la non ammissione”.

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