Mafia, segato e dato in pasto ai maiali: 4 fratelli arrestati

22 febbraio 2017

“Fratelli di sangue” e’ il nome dell’operazione antimafia che ha consentito di arrestare i quattro fratelli Nicosia di Villarosa, accusati di associazione mafiosa, finalizzata a omicidi, usura, traffico di sostanze stupefacenti, detenzione e porto di armi nonche’ ad acquisire la gestione di attivita’ economiche. Ma il blitz dei carabinieri del Nucleo Investigativo del Comando provinciale e della Squadra mobile di Enna ha permesso soprattutto di fare luce su un feroce delitto commesso 13 anni fa. Vittima un commerciante, titolare di un negozio di tabacchi, ucciso e fatto sparire il 27 maggio 2004. Un mistero assoluto, squarciato infine da un pentito, che ha fatto emergere i terribili dettagli dell’omicidio: il corpo di Bruno, sezionato con una motosega, sarebbe stato in parte dato in pasto ai maiali, il resto bruciato all’interno di un fusto metallico. Un movente sordido, collegato alla violenta reazione dei fratelli Nicosia all’intenzione manifestata dalla vittima di riscuotere un credito vantato nei loro confronti

In cella sono cosi’ stati rinchiusi i fratelli Damiano, Amedeo, Maurizio Giuseppe e Michele Nocosia, di 60, 51, 54 e 53 anni, destinatari di un’ordinanza di custodia cautelare in carcere emessa dal Gip di Caltanissetta. Le indagini, coordinate all’epoca dalla Procura di Enna, svolte al tempo della scomparsa del commerciante, immediatamente denunciata dai suoi familiari dopo che la sua vettura era stata trovata in prossimita’ dello svincolo Mulinello dell’autostrada A/9 Palermo-Catania, non permisero l’acquisizione di elementi sufficienti e il relativo procedimento venne a suo tempo archiviato. Le recenti dichiarazioni rese alla Direzione distrettuale antimafia di Caltanissetta da un collaboratore di giustizia, diretto testimone della vicenda, hanno consentito di ricostruire l’esatta dinamica del delitto. L’autotrasportatore aveva rilevato una rivendita di tabacchi e voleva avviare un’impresa agricola per potere trascorrere piu’ tempo con la moglie ed i quattro figli. Uno dei Nicosia aveva ammesso che il pomeriggio del 27 maggio 2004 Bruno lo aveva raggiunto nella sua azienda per discutere del credito vantato, ma aveva sostenuto che l’uomo era andato via pochi minuti dopo senza scendere dalla jeep. In realta’ Giuseppe Bruno sarebbe stato ucciso e fatto a pezzi. I fratelli Nicosia, sono stati in passato coinvolti in un vasto traffico di stupefacenti, ma sono considerati esponenti mafiosi e avrebbero agevolato la latitanza del boss gelese Emmanuello Daniele, che si nascondeva in una masseria nella campagne ennesi, dove venne scoperto dalle forze dell’ordine e ucciso mentre tentava di fuggire. Forte la loro influenza, tanto da prevalere sugli uomini della tradizionale cosca di Cosa nostra e di assicurarsi, con la forza intimidatrice tipica dell’associazione mafiosa, il completo controllo delle attivita’, lecite ed illecite, a Villarosa.

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