Marcia su Roma, “boia chi molla” e Casapond: aria di fascismo in M5s

Marcia su Roma, “boia chi molla” e Casapond: aria di fascismo in M5s
11 luglio 2017

La marcia su Roma di Beppe Grillo, il “boia chi molla” del parlamentare Angelo Tofalo o le vicinanze con Casapuond. Non sono le uniche tracce che richiamano il fascismo nel Movimento Cinque Stelle. In certi casi, addirittura, passiamo parlare di ‘radici’ se si pensa al padre di pentastellato Alessandro Di Battista, Vittorio, che non ha mai nascosto le sue simpatie per il fascismo. Anzi, di più. In una trasmissione radiofonica, alla domanda del conduttore se fosse fascista, lo stesso Vittorio Di Battista ha risposto: Assolutamente si”. Per non parlare di Luigi Di Maio, il premier in pectore, che ha ricordato come all’interno del Movimento “c’è chi guarda a Berlinguer, chi alla Dc e chi ad Almirante”. Insomma, in casa Grillo c’è aria di Ventennio. Alcuni dirigenti grillini, naturalmente, si accorgono del pericolo che corre il Movimento per aver la virata a destra, se di virata si può parlare. Anche la grillina della prima ora, Roberta Lombardi, è stata ‘bollata’ come fascista. Certo,  sentire la parlamentare prima del suo ingresso alla Camera, in dichiarazioni tipo: “da quello che conosco di CasaPound, del fascismo hanno conservato solo la parte folcloristica (se vogliamo dire così), razzista e sprangaiola. Che non comprende l’ideologia del fascismo”. O ancora: “Prima che (il fascismo, ndr) degenerasse aveva una dimensione nazionale di comunità attinta a piene mani dal socialismo, un altissimo senso dello Stato e la tutela della famiglia”. Non è solo la dirigenza ad essere animata da questo spirito fascista. Lo scorso anno, a sollevare il polverone fu la consigliera comunale M5s di Ragusa, Gianna Sigona. La giovane grillina su Facebook aveva postato una foto con alcuni busti di varie misure di Benito Mussolini e con il commento: “Noi eravamo fascisti, poi siamo rimasti fascisti e saremo sempre fascisti”. E per evitare equivoci, a stretto giro, pubblicò l’immagine del tricolore a lutto con la scritta: “Io non festeggio. L’Italia non è libera: il 25 aprile è cominciata l’occupazione”.

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